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Coronavirus – La situazione in Italia aggiornata al 17 settembre

Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE, registra nella settimana dal 9 al 15 settembre, rispetto a quella precedente, una stabilizzazione nell’aumento dei nuovi casi (9.837 vs 9.964) a fronte di una riduzione dei casi testati (370.012 vs 421.897).

Dal punto di vista epidemiologico aumentano i casi attualmente positivi (39.712 vs 33.789) e sul fronte degli ospedali, i pazienti ricoverati con sintomi (2.222 vs 1.760) e in terapia intensiva (201 vs 143); stabile il numero dei decessi (70 vs 72).

Pertanto, dati importanti sono il calo rispetto alla settimana precedente il numero dei tamponi e rispetto – allo scorso mese – la risalita dell’età media dei contagiati, coerentemente con il progressivo aumento dei pazienti ricoverati con sintomi (+462) e quelli in terapia intensiva (+58).

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni: decessi: -2 (-2,8%); terapia intensiva: +58 (+40,6%); ricoverati con sintomi: +462 (+26,3%); nuovi casi: +9.837 (-1,3%); casi attualmente positivi: +5.923 (+17,5%); casi testati -51.885 (-12,3%); tamponi totali: -58.573 (-9,2%)

“Vero è che si tratta di numeri ancora bassi – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – e che al momento non risultano segnali di sovraccarico dei servizi ospedalieri, ma il trend in costante aumento impone di mantenere la guardia molto alta, soprattutto in alcune Regioni”.

In particolare, rispetto ad una media nazionale di 4 ospedalizzazioni per 100.000 abitanti i tassi risultano più elevati in Liguria (9), nel Lazio (8), in Sardegna (6,3), in Campania e Puglia (5,4).

Dai 1.408 della settimana 15-21 luglio siamo passati a 9.837 nuovi casi di quella 9-15 settembre; questa dinamica ha generato il progressivo aumento dei casi attualmente positivi che da fine luglio sono più che triplicati: da 12.482 a 39.712.

L’incremento dei casi attualmente positivi, espandendo il ‘bacino’ dei contagi, si riflette progressivamente sull’aumento dei pazienti ospedalizzati. Infatti, dal 21 luglio al 15 settembre i ricoverati con sintomi sono aumentati da 732 a 2.222 e i pazienti in terapia intensiva da 49 a 201.

Circa 3/4 dei pazienti ricoverati si concentrano in 7 Regioni (74,3%): Lazio (453), Campania (295), Lombardia (263), Puglia (204), Emilia-Romagna (168), Sicilia (141) e Liguria (128).

Il 74,1% dei pazienti in terapia intensiva si distribuiscono in 8 Regioni: Lombardia (29), Lazio (18), Campania (18), Sardegna (18), Emilia-Romagna (17), Sicilia (17), Toscana (17), Veneto (15)

“Queste dinamiche dell’epidemia – conclude Cartabellotta – sono coerenti con quanto rilevato dalla sorveglianza epidemiologica dell’Istituto Superiore di Sanità, sull’età mediana dei contagiati che si è ridotta da oltre 60 anni dei primi due mesi dell’epidemia sino a sotto i 30, nelle settimane centrali di agosto. Quindi, nelle ultime due settimane è risalita a circa 40 anni, dimostrando che i giovani asintomatici, quando vengono a contatto in ambito familiare con persone adulte e anziane, contagiano soggetti fragili che sviluppano sintomi e possono necessitare di ricovero ospedaliero, o addirittura in terapia intensiva. Davanti a questo scenario epidemiologico e clinico, le Regioni devono potenziare senza indugi l’attività di testing e tracing, in evidente calo dopo il ‘boom dei tamponi’ sui vacanzieri”.

Alberto Porcu Zanda

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