
Le prime dosi di vaccino anti-Covid prodotte da Moderna sono attese in Sardegna entro il primo trimestre del 2021. A livello nazionale ne saranno consegnate circa 1,3 milioni, la quantità che dovrebbe spettare all’Isola è di circa diecimila fiale.
E’ quanto emerge dalla riunione tra il ministro Boccia, il commissario Arcuri e le Regioni.
Alle dosi di Moderna si aggiungono le ottantamila prodotte da Pfizer attese entro la fine di gennaio. Queste ultime saranno somministrate a quarantamila persone che rientrano nelle categorie “prioritarie” degli operatori socio-sanitari, del personale e degli ospiti delle Rsa. Con le dosi di Moderna – che a differenza del prodotto Pfizer non richiedono una conservazione a -70°C – la copertura di tutti gli operatori sanitari della Sardegna dovrebbe essere garantita.
Per lo stoccaggio e la distribuzione dei vaccini – ha chiarito stasera alle Regioni, illustrando gli aggiornamenti sul piano di vaccinazione, il commissario dell’Emergenza Domenico Arcuri – ci sarà un hub di stoccaggio nazionale, a Pratica di Mare, e altri venti in altrettanti siti militari, uno in ogni Regione. Per la Sardegna, alla riunione convocata dal ministro degli Affari regionali Francesco Boccia c’era l’assessore della Sanità Mario Nieddu. L’esponente della Giunta Solinas ha precisato che ancora non è stato individuato l’hub per la Sardegna.
Così Il ministro Boccia: “Il lavoro che sta portando avanti il commissario all’emergenza Arcuri insieme alle Regioni sul piano di distribuzione dei vaccini è uno snodo fondamentale per intraprendere la strada che porta all’uscita definitiva dalla pandemia. Lo sforzo dello Stato è massimo sia per le risorse che per l’utilizzo dell’Esercito Italiano per la custodia e lo stoccaggio. Con i quasi 300 punti di somministrazione nei presidi ospedalieri riusciremo a coprire il 90% delle Province italiane. Mai come in questo momento il rapporto di collaborazione con le Regioni e gli Enti locali sarà decisivo nel contrasto al virus. Fino ad allora, serviranno rigore e responsabilità nei comportamenti in modo da raffreddare ancora la curva dei contagi e fermare il numero di decessi che, ancora oggi, ha toccato più di 500 famiglie italiane”
