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Cpci Sardegna: la scuola è diventata la panacea per tutti i mali

Coordinamento Presidenti Consigli di Circolo e di Istituto Sardegna scrive a: On. Cristian Solinas – Presidente R.A.S, On Emiliano Deiana – Presidente A.N.C.I. Sardegna, Dott.ssa Grazia Maria De Matteis – Garante infanzia e adolescenza.

Di seguito il comunicato stampa:

6 marzo 2020: La scuola è la prima a chiudere; i contagi non si assestano e la curva epidemiologica aumenta. Dopo alcuni giorni chiude l’Italia intera.

Fine settembre 2020: riaprono pian piano le scuole, dopo che tutta l’Italia con le attività economiche, sportive, sociali, amministrative, è ripartita;  la curva dei contagi è in aumento e,  con gli studenti ancora a casa, si prospetta di tenerli al chiuso e adottare la Didattica Digitale Integrata.

Il fallimento delle azioni mirate al contenimento della pandemia da Sars CoV2, è tutta in questo lasso di tempo. Non si riesce a tenere sotto controllo il contagio,  la colpa ricade sulla scuola.

Non si pone rimedio alle criticità dei trasporti e della sanità:  la colpa è della scuola.

Non ci sono medici e personale infermieristico:  la colpa è degli studenti che prendono i mezzi pubblici.

Non si riescono a fare tamponi: la colpa è della scuola che ha molti studenti “ammassati in classe”, e intasano le strutture sanitarie.

I mezzi pubblici sono pochi o insufficienti:  la colpa ricade sulla scuola.

La Sardegna è la Regione italiana con il più alto tasso di dispersione scolastica (anno 2018/2019 con condizioni sanitarie, sociali, economiche normali). Mancanza di apparati informatici, connessioni lente o addirittura inesistenti in molte zone del territorio regionale, fragilità psicologica,  situazioni socio-economiche e culturali delicate, sono componenti che, certamente e inesorabilmente, aumenteranno sensibilmente le possibilità di abbandono scolastico. 

Siamo qua per scongiurare questo pericolo. Sarebbe il fallimento dello Stato. Sarebbe far gravare sulle gracili spalle degli studenti e delle studentesse, la responsabilità di una preparazione inadeguata per affrontare il futuro, destabilizzandoli definitivamente.  Si è ancora in tempo per rivedere obiettivamente e serenamente  la situazione. E’ palese che non è direttamente la scuola a causare l’aumento dei contagi, ma il non voler adottare tutte le procedure per dare sicurezza agli studenti. La scuola ha lavorato duramente durante tutta l’estate per garantire il rientro in piena garanzia, ma questo lavoro è rimasto in solitaria, senza la volontà di collaborazione delle altre parti del tessuto socio-eonomico nazionale. La scuola non produce PIL a breve termine, quindi è sacrificabile.

Questo Coordinamento continua a ripetere, ripetere, ripetere, che la scuola non è il fulcro o la causa della recrudescenza dei contagi, ma sta diventando la panacea per tutti i mali.

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