
Alla fine è arrivata anche la “tassa sul sudore“. È stata nominata così la norma che impone agli amatori del
ciclismo che vorranno partecipare a gare o passeggiate cicloturistiche di pagare un “canone” di 25 euro alla Federazione Ciclistica Italiana (Fci) per ottenere la “Bike Card”.
La tassa sul sudore
Insomma, non si potrà più pedalare come un tempo. Fino ad oggi, infatti, per partecipare alle corse ciclistiche bastava iscriversi (previa presentazione di certificato medico) a uno dei 19 enti “Eps” (Ente di promozione sportiva) autorizzati dal Coni. Secondo quanto scrive il Corriere, ogni anno sono centinaia di migliaia le tessere rilasciate su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo della Fci sarebbe quello di “controllare” il giro. Perché se fino ad oggi bastava essere iscritto ad uno degli Eps per poi poter partecipare alle gare organizzate da tutti gli altri, ora per essere ammessi alla corsa bisognerà possedere la Bike Card. “Dopo aver tentato invano in passato di imporre agli organizzatori un obolo di un euro su ogni partecipante e agli enti un contributo di 1,5 euro a tessera – scrive oggi il Corriere – ha deciso di rivalersi direttamente sui pedalatori. Esclusi Uisp e Acsi — che si sono arresi a un accordo privato — gli altri enti dovranno vendere ai loro soci anche la Bike Card per farli ammettere alle corse”.

Giornalista. Direttore responsabile