


La grande danza è di casa al Teatro Lirico grazie al The Tokio Ballet. Da martedì 12 novembre a ieri sera, la compagnia di danza giapponese nata nel 1964 (oltre 26 tournee e 270 rappresentazioni in tutto il mondo), ha confermato il suo valore e la sua versatilità: tre coreografie differenti con altrettante soluzioni musicali suonate dall’Orchestra del Teatro Lirico diretta da Paul Murphy.
In ordine cronologico, la prima, è “La Bayadere: il regno delle ombre” con la coreografia di Natalia Makarova da Marius Petipa e le musiche di Ludwig Minkus. Con lo sfondo di una notte illuminata dalla Luna, ventiquattro esili e candide ballerine fanno il loro ingresso sul palco una dopo l’altra fino a disporsi in quattro linee orizzontali. Sono loro ad accogliere l’entrata in scena delle tre ballerine soliste, il guerriero Solor e la bella baiadera Nikiya per un tripudio di bellezza artistica.
Chiusa la prima scena, è il momento di “Petit Mort”, che il suo coreografo Kiří Kylián definisce “un modo poetico e strettamente significativo per descrivere l’estasi di un rapporto sessuale”. Sulla musica di Mozart, sei ballerini in boxer e busto irrompono sul buio dello sfondo con delle spade in equilibrio sulle dita a rappresentare la virilità mentre i movimenti, in perfetta sintonia, richiamano all’atto sessuale. Avviene tutto in silenzio sino a quando con l’Adagio di Mozart, sei ballerine si rivelano sotto un telo nero portato in avanti dal sestetto maschile.
La chiusura dello spettacolo è con “Le Sacre du Printemps” diretta da Maurice Bejart con musiche di Igor Stravinkij. Qui, I ballerini entrano prima delle ballerine, non si sceglie un eletto o un’eletta ma una coppia, un’unione fisica che conduce alla vita che rinasce. Nella prima parte, L’adorazione della terra, i maschi danzano rifacendosi alla vita selvaggia degli animali. Fra balzi ripetuti e lotte testa a testa, viene indicato un prescelto che copre un occhio con una mano. Nella seconda parte, Il sacrificio, sono le donne in costume semplice a scegliere, sdraiate a terra a ponte, la loro eletta anch’essa in piedi e con una mano su un occhio. Con “La Glorificazione dell’Eletta”, le donne vengono circondate dagli uomini molleggianti sulle gambe in seconda posizione. Entrambi i gruppi, alla fine spingono i due prescelti l’uno verso l’altra a suggellare l’unione al centro della vita con “La Danza dell’Eletta”.
Tutto è in perfetta sintonia, tutto è grazia, tutto è eleganza. Nel suo 60° anno di vita, la compagna di ballo nipponica sceglie la città di Cagliari per cominciare la nuova tournee. E’ doveroso dunque fare i migliori auguri a chi, attraverso la danza, è capace di regalare emozioni con tanta passione. Arrivederci dunque, o ancora meglio, “Sayonara”.

Giornalista