Ci sono quattro indagati per la morte di quattro cavalli da corsa avvenuta la notte del 23 luglio 2020 all’interno di un camion per il trasporto di animali che si trovava a bordo del traghetto Moby Aki tra Civitavecchia e Olbia. L’indagine, coordinata dalla procura di Tempio Pausania, è scaturita dall’esposto che IHP fece all’epoca dei fatti, dopo aver raccolto numerose testimonianze.
Adesso i magistrati sardi contestano il reato di abbandono di animali al comandante del traghetto, Antonio Scotto di Cicariello, al primo ufficiale di coperta, Francesco Lo Nostro e dell’autotrasportatore, Maurizio Conti. Il quarto indagato è l’allievo ufficiale di coperta, Ernesto Prudente, accusato di una presunta falsa annotazione sul giornale nautico. Per la procura gli animali morirono a causa delle carenza delle condizioni di vivibilità durante la traversata e in particolare per un colpo di calore.
IHP, appresa la notizia di quattro cavalli morti a bordo del traghetto Moby, fece immediatamente un esposto alla procura competente chiedendo che venissero “approfondite le eventuali responsabilità in capo a tutti gli attori della vicenda e cioè il trasportatore (autista), la compagnia di navigazione, il comandante della nave e i proprietari dei cavalli”. Secondo le testimonianze all’epoca raccolte dall’associazione – che parlò con proprietari di altri cavalli a bordo della nave, estremamente preoccupati per le condizioni in cui stavano viaggiando – l’aria nella stiva era “quasi irrespirabile”.
“Alla Procura di Tempio Pausania il nostro ringraziamento per aver dato seguito all’esposto che presentammo subito nel luglio scorso, evidenziando quelle che a nostro avviso erano responsabilità gravissime a carico di diversi attori. Episodi come questo sono assolutamente intollerabili e l’unico auspicio è che non debbano mai più ripetersi”, dice il presidente di IHP Sonny Richichi.
I quattro cavalli morti facevano parte di un gruppo di nove che avrebbe dovuto partecipare a delle corse di ippica in programma quello stesso giorno all’ippodromo Chilivani, ricostruisce il presidente di IHP: “Cinque sono arrivati salvi a destinazione, stremati, per affrontare una corsa, quando è normale concedere agli animali che hanno affrontato un viaggio simile almeno una giornata di riposo prima delle competizioni, alle quali tra l’altro IHP è fermamente contraria. C’è di più: il proprietario e l’autista del van, una volta sbarcati a Olbia, si sono accorti che quattro cavalli erano morti ma, invece di chiamare immediatamente le forze dell’ordine, hanno deciso di lasciare il porto di Olbia e dirigersi all’ippodromo di Chilivani che dista più di 70 chilometri con quattro cavalli morti dentro il van e cinque verosimilmente esausti e a rischio di vita. Tutto questo è inaccettabile, è semplicemente sconcertante che nel 2021 si consentano trasporti di questo tipo: per questo con i nostri legali stiamo valutando altre azioni”.