Denunciate 5 persone, tra cui 2 dipendenti del comune di Decimoputzu per peculato, appropriazione indebita e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
I finanzieri del gruppo della guardia di finanza di Cagliari hanno scoperto e posto fine ad un’articolata truffa del valore di circa 100.000 euro perpetrata ai danni di una persona anziana, non più capace di provvedere in via autonoma alla gestione dei propri interessi finanziari. Le fiamme gialle hanno accertato che il complesso sistema di frode era stato architettato dalla figlia della vittima, nominata amministratrice di sostegno dal giudice tutelare di Cagliari: la stessa, avvalendosi della complicità del fratello, si e’ appropriata indebitamente di ingenti somme di denaro del genitore attraverso prelevamenti in contanti eseguiti direttamente allo sportello bancario, perlopiù in concomitanza dell’accredito della pensione e dalla riscossione di canoni di affitto di immobili concessi in locazione a terzi. Le somme di denaro, distratte dai conti correnti e dal patrimonio dell’assistito, venivano periodicamente giustificate al giudice tutelare mediante la presentazione di documenti di spesa fittizi, tra i quali anche le buste paga gonfiate della badante dell’anziano, una signora di nazionalità’ romena, anch’ella correa nella truffa. Le attività investigative hanno inoltre premesso di riscontare come l’amministratrice di sostegno sia riuscita ad ottenere indebitamente un contributo pubblico erogato dalla regione autonoma Sardegna nell’ambito della progettualità “ritornare a casa” (mirata a favorire il rientro o la permanenza in famiglia di persone disabili inserite in strutture residenziali a carattere sociale e/o sanitario), attraverso la presentazione di ricevute di spese, nella maggior parte dei casi in realtà, mai sostenute la frode e’ stata resa possibile anche grazie alla complicità di due dipendenti del comune di Decimoputzu, responsabili di non aver effettuato i dovuti controlli sulla veridicità dei documenti esibiti (omessa indicazione, nella domanda di concessione del contributo, di dati reddituali essenziali per il calcolo dell’ammontare della somma dovuta). I 5 responsabili sono stati deferiti, a vario titolo, alla locale autorità giudiziaria per falsità in atti, peculato, false comunicazioni al giudice e truffa per indebita percezioni di sovvenzioni pubbliche. Per i due funzionari pubblici e per l’amministratrice di sostegno e’ stata inoltre avanzata, alla procura regionale della corte dei conti per la Sardegna, un’apposita notizia danni per l’accertamento dei connessi profili di responsabilità erariale.