Site icon CAGLIARI POST

“Dervish”, quattro serate con le danze sufi con Ziya Azazi. Si comincia stasera a Sanluri

Il fascino delle danze sufi con “Dervish” di e con Ziya Azazi in cartellone lunedì 25 marzo alle 20.30 al Teatro Comunale “Akinu Congia” di Sanluri, martedì 26 marzo alle 21 al Teatro Costantino di Macomer, mercoledì 27 marzo alle 21 al Teatro Civico “Gavì Ballero” di Alghero e infine giovedì 28 marzo alle 21 al Teatro “Tonio Dei” di Lanusei per la Stagione 2023-2024 de La Grande Danza organizzata dal CeDAC Sardegna.

Sotto i riflettori il danzatore e coreografo turco nato ad Antiochia e formatosi a Istambul, dove ha firmato le prime coreografie, per poi approdare nel cuore della Mitteleuropa, scritturato dalla Vienna Volksoper, dal Theaterhaus Stuttgart e dal Grand Théatre di Ginevra: Ziya Azazi (classe 1969) ha lavorato con Jan Fabre al Trobleyn e collaborato con artisti come Cem Ertekin, Aydin Teker, Sebastian Prantl, Philippe Arlaud, Anne-Marie Gros, Ismael Ivo, Marcia Haydée, Yoshi Oida e Thierry Smits.

“Dervish” – che comprende due creazioni di Ziya Azazi, “Azab” con musiche di Uwe Felchle e “Dervish in Progress” con musiche di Mercan Dede – è la sintesi di una ricerca artistica e di un percorso spirituale: una reinterpretazione in chiave contemporanea delle danze dei monaci rotanti, che corrisponde a un cammino mistico verso l’illuminazione.

Il Sufismo – si legge nella presentazione – «esplora la ragione della creazione dell’uomo e dell’universo in cui vive»: “Azab”, in cui l’artista spesso sfrutta la rotazione su piano orizzontale, «descrive lo sforzo dell’uomo nell’attraversare le prime tre porte, corrispondenti alla Legge, al Cammino e alla Consapevolezza, per giungere a conoscere e riconoscere se stesso presso la porta del Discernimento»; mentre “Dervish in Progress” esprime «il senso di completezza e di gioia dell’artista, visibili in ogni movimento, dove il corpo si staglia sul palco e si fonde con l’imprevedibile movimento della gonna, e la grazia della rotazione riflette il luogo in cui la sua mente si trova nel compiersi del viaggio».

print
Exit mobile version