Virginia Cadoni Scalas è una pittrice milese di talento. Terza di quattro figli di una famiglia normale, ma che ha avuto una vita carica di imprevisti e di tante delusioni e torti.
Mi ha colpito quello che mi ha confidato parlandomi della sua gioventù, quando mi ha detto: “Non ricordo assolutamente la mia infanzia, grazie ad un padre padrone che ha pensato bene di portarmi a lavorare con lui all’età di 8 anni. Se avesse potuto non mi avrebbe mai mandato a scuola per sfruttarmi meglio, eppure era un benestante. Ricordo che quando andavo alla scuola elementare, mi prestava i colori la maestra per disegnare”.
La prima frase che Virginia dice con una certa enfasi, è quando parla della sua arte: “La pittura per me è una vera terapia liberatoria dell’anima, dopo le vicissitudini che ho passato in questa Italia che non è più la mia. Solo la mia terra mi ha dato la forza di andare avanti e scoprire l’arte. Nonostante mi avessero isolato tutti, la mia arte la devo solo ai colori e alla Sardegna, che mi hanno salvata.
Io non ho avuto un padre, ma un padre padrone. I valori della vita li ho presi da mia madre. Devo tanto a lei. A16 anni mi sono ritrovata con una valigetta in mano catapulta a La Spezia per lavorare. Quante lacrime che nessuno vedeva mai, perché per orgoglio le nascondevo. Quanti macigni ho dovuto ingoiare. Ho sempre lavorato per mantenermi e in più andavo alle scuole serali. Una storia molto triste la mia e dopo un dramma terribile nel 2007, sono dovuta rientrare nella mia terra sarda e sono andata ad abitare nella mia casa natale, che ho modificato radicalmente per dimenticare il mio passato e per continuare a vivere. Un giorno nel solaio, ho trovato dei sacchi di juta dei miei antenati e ho cominciato a prepararmi le tele, anche se con molto timore. Mi creavo tutto da sola, anche le cornici che realizzavo esclusivamente con materiale di riciclo dimenticati e abbandonati. Questo per farli respirare e rivivere con me. Cambio di continuo, non mi annoio anche nella vita sono cosi, detesto le stagnazioni. Solo ora posso dire di essere orgogliosa di me stessa. di ciò che ho dato e fatto. Ho allestito le mie prime mostre nel mio paese, Milis nel 2005 con “Morsi d’ Arte”, al Palazzo Boyl, nel 2008 nel Palazzo Arcais ad Oristano, ho fatto una mostra intitolata “Sangue”, nel 2009 una personale a Oristano con Morsi d’Arte. Nel 2007, nel Comune di Dorgali seminario “Arte tradizioni e colori saucu”, 2011 a Ghilarza associazione Anno europeo del volontariato, Sala Gramsci. 2012 a Milis Sotto le stelle a Palazzo Boyl. 2013 Artisticamente “Pasqua” ad Oristano. 2013 “Associazione Culturale circolo privato d’arte, nella mia ultima mostra mi facevano sparire le mie creature.
Le conclusioni dell’avventura artistica di Virginia Cadoni, lasciano un po’ l’amaro in bocca per le delusioni che ha patito da alcuni galleristi disonesti, ma la pittrice ha uno stretto legame con la città di Eleonora e in particolare con la Sartiglia, molte sue opere hanno per soggetto la giostra Oristanese e per sua stessa ammissione, sarebbe onoratissima di poter donare una delle sue opere alla Fondazione Oristano, se gliela dovessero richiedere.
Grazie mille Gianpiero.
Per quanto hai fatto per me.