Dichiarazione di Roma contro il divieto di cura

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Migliaia di medici e di scienziati stanno firmando in queste ore la “Dichiarazione di Roma” per la libertà di cura, guidata dal dottor Robert Malone che come è noto è l’inventore delle tecnologie necessarie per la creazione di vaccini a mRna dunque una delle persone più informate sui fatti che esistano sul pianeta. La dichiarazione . Ecco in poche parole i punti salienti del documento nel loro significato:

  • C’è un attacco senza precedenti alla nostra capacità di prenderci cura dei nostri pazienti.
  • La politica ha scelto di ignorare i concetti fondamentali di scienza, salute e benessere, abbracciando invece una strategia di trattamento “taglia unica” con i vaccini che si traduce in troppe malattie e morte quando invece l’approccio individualizzato e personalizzato  di assistenza sanitaria è sicura ed ugualmente o addirittura più efficace visto che le persone muoiono per i vaccini, non per i farmaci come l’ivermectina.
  • A migliaia di medici a causa delle barriere poste da ospedali, ordini professionali, farmacie, agenzie di sanità pubblica viene negato il diritto di cura, rendendo impotente la stragrande maggioranza degli operatori sanitari di  proteggere i propri pazienti di fronte alla malattia. I medici sono costretti a dire ai loro pazienti di andare semplicemente a casa (permettendo al virus di incubare) e tornare quando la loro malattia peggiora, causando centinaia di migliaia di morti inutili. 
  • I medici devono difendere il loro diritto a prescrivere un trattamento, osservando il principio PRIMO, NON DANNEGGIARE. Ai medici non deve essere impedito di prescrivere trattamenti sicuri ed efficaci diversi dai vaccini ed essi devono difendere i diritti dei pazienti dopo averli  pienamente e realisticamente informati sui rischi e sui benefici di ciascuna opzione.
  • Invitiamo i pazienti, che credono nell’importanza della relazione medico-paziente e nella capacità di partecipare attivamente alla loro cura, a richiedere l’accesso a cure mediche basate sulla scienza.

L’ultimo punto è un richiamo alla quasi totale assenza di argomentazioni valide in favore di vaccini che oltre a causare una enormità di reazioni e di morti non sono uno strumento idoneo a eradicare un virus la cui patogenicità è comunque assai debole:  considerando che vengono tuttora considerati morti covid  tutti quelli che hanno positività al virus anche se sono nella fase terminale di altre malattie gravi o in qualche caso anche vittime di incidenti, la mortalità rimane dello 0,22 che potrebbe tranquillamente essere divisa per dieci. Se si vanno a vedere le poche cifre reali che circolano si vede che per esempio in Austria nessuno è morto di Covid sotto i 30 anni e che nel 2020 in Germania il massimo di pazienti Covid negli ospedali è stato dell’ 1,9 per cento.

fonte: https://doctorsandscientistsdeclaration.org/

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