Sembra proprio una maledizione ma il settore suino a Dolianova è nuovamente appiedato. Dopo la chiusura della Cooperativa Allevado che
per oltre 20 anni è stata leader dell’allevamento suinicolo in Sardegna ora un timido tentativo di far ripartire il settore è bloccato sul nascere. Stavolta i problemi non sono dovuti all’invasione di carne dall’estero a prezzi stracciati ma la piaga della peste suina. La Asl ha è dovuta correre ai ripari per evitare danni peggiori ordinando l’ abbattimento di 150 maiali e bloccare il propagarsi della malattia. Gli animali erano tenuti in un capannone nelle campagne in località “Su Spinargiu” a circa 3 chilometri di distanza dal centro abitato e come è normale che sia in questi casi tutti gli allevamenti della zona sono stati controllati e creata una fascia di protezione col blocco delle vendite anche per gli animali sani i cui allevamenti rientrano dentro il perimetro sorvegliato. Un atto dovuto a tutela della salute dei consumatori, anche se la malattia in questione non è pericolosa per l’uomo, ma che crea dei danni che pagano anche i piccoli allevamenti con gli animali sani a cui è impedita la commercializzazione
«È un bruttissimo colpo, anche perché non si capisce da dove sia arrivato il focolaio», dice Andrea Corona, allevatore 29enne, costretto ora a rincominciare tutto da capo.
A firmare l’ordinanza di sequestro, abbattimento e distruzione è stato il sindaco Ivan Piras ed il comune di Dolianova si è dovuto accollare l’onere dello smaltimento delle carcasse
Giorgio Lecis