L’appuntamento è per domani, mercoledi 1 febbraio a Cagliari, con raduno dalle 9,00 in Piazza Sorcinelli – Piazzale Trento, da dove partirà il corteo della Coldiretti che attraverserà viale Trieste e poi via Roma. Si prevede l’arrivo di migliaia di lavoratori sardi, allevatori e agricoltori, che con i loro trattori lascerano le campagne per difendere il lavoro, gli animali, le stalle ed i pascoli custoditi da generazioni. Il Consiglio di Coldiretti Sardegna, ha deciso questa manifestazione vista la grave crisi che attanaglia il comparto agricolo sardo, e visto il lungo elenco di vertenze rimaste ancora aperte e che non hanno trovato soluzione, se non, in alcuni casi, parziale e insufficiente. L’organizzazione ha percorso tutte le strade diplomatiche per far arrivare il grido di dolore che arriva dal mondo agricolo alla massima Istituzione sarda. Lo ha fatto non limitandosi a denunciare il problema ma proponendo sempre delle soluzioni concrete. L’elenco delle vertenze aperte è lungo, e contiene delle questioni che in alcuni casi si sono anche incancrenite arrivando ad un punto di non ritorno. In questo momento, il Consiglio regionale, come ultima ratio non vede altra soluzione alla manifestazione di piazza, per cercare di sensibilizzare il mondo politico, portando, anche visivamente, il disagio, ed in alcuni casi il dramma degli allevatori e agricoltori davanti al Palazzo. Motivo principale di questa presa di posizione dei pastori è il dimezzamento del prezzo del latte di pecora che non copre più i costi di allevamento mentre sul mercato si moltiplica la presenza di formaggio straniero spacciato per italiano. Durante la manifestazione i pastori prepareranno dal vivo il vero pecorino che sarà offerto ai cittadini ma saranno esposte anche le specialità sarde ora a rischio di estinzione e presentati i numeri drammatici di una crisi che hanno fatto scattare la rivolta. Accanto ai pastori ci saranno pescatori, allevatori, coltivatori di ortofrutta, vino, cereali e delle altre produzioni impegnati a garantire la genuinità e l’originalità della vasta offerta agroalimentare di un’isola dove lavirare per produrre è sempre stato difficile per tanti motivi, in primis i costi dei trasporti, dell’acqua.