Sulla sanità isolana prende una dura posizione il Segretario Aziendale ANAAO ASSOMED ATS Sardegna, Luigi Curreli, che esordisce affermando che nelle ATS regna ancora il caos e l’ingovernabilità, finora nessun miglioramento.
“Come operatori sanitari, ma anche come cittadini potenzialmente bisognosi di assistenza sanitaria, assistiamo ancora, attoniti, al mare magnum di burocrazia confusa che la caratterizza fin dalla sua fondazione.
Credo che molti attendessero speranzosi lo smantellamento del mostro ingovernabile sottolinea Curreli – In campagna elettorale si era parlato di avvicinare la Sanità alla gente. Nulla è ancora accaduto. Nessuno dei diversi Direttori/Commissari succedutisi alla guida di ATS è finora riuscito a mettere a sistema le diverse componenti della Azienda per la Tutela della Salute. Le diverse componenti, nella migliore delle ipotesi si muovono in modo autonomo e disorganico, ma spesso rimangono immobili.
La Direzione ATS non dimostra di avere il quadro completo delle situazioni locali, necessario per
operare nelle diverse realtà Ospedaliere e Territoriali senza scompensarne altre.
La nuova rete ospedaliera e territoriale è ancora allo stato di idea. In attesa che prenda vita e
forma, rimane ancora in vigore l’Atto Aziendale di Moirano con piante organiche che nulla hanno a che vedere con le dotazioni storiche dei singoli reparti/attività.
Nonostante l’esistenza di un documento formale cui attenersi, le risorse umane vengono
all’apparenza gestite in modo incomprensibile e afinalistico, senza evidenza di progetto.
In assenza di conoscenza di dati, carichi di lavoro, carenze d’organico, ecc., si assiste ad una
sorta di reclutamento “tappabuchi”, un po’ a tentoni, ovvero, indipendentemente dai dati di cui
sopra, accade che il personale venga destinato nella sede a lui più gradita e non dove
effettivamente c’è più bisogno di lui.
In assenza di regole certe e linee di indirizzo per incanalare i flussi, a vincere sono sempre i più
forti, mentre le aree periferiche continuano a perdere pezzi importanti delle loro attività.
Sembra che non si riesca a interrompere il circuito innescato da Moirano.
Ricordiamo la stabilizzazione dei precari, iniziata prima di avviare le procedure di mobilità che ha
portato a stabilizzare i precari negli ospedali più ambiti. A quel punto chi attendeva la mobilità è
ricorso ai Giudici per far valere le proprie legittime ragioni: risultato finale? Fuga dalle periferie
verso il centro (leggi Cagliari e Sassari). Assistiamo a concentrazioni paradossali di specialisti, ove non vi sono nemmeno spazi sufficienti perché possano operare appieno e situazioni di carenze di organico ben oltre i limiti della legalità.
La pandemia da COVID ha poi accentrato tutte le attenzioni portando ad una gestione
monotematica della sanità, mentre tutto il resto è rimasto al palo: assistenza alle altre patologie,
strutturazione credibile della rete territoriale, integrazione ospedale territorio.
Vi sono zone cosiddette periferiche come Oristano, ma sempre più anche Nuoro, che stanno
venendo inesorabilmente sacrificate in nome di interessi che non conosciamo, ma che sicuramente
nulla hanno a che vedere con la tutela della salute pubblica.
Stiamo cavalcando questi temi da 6-7 anni, ma la gente non sembra cogliere la rilevanza dei fatti.
Credo che ora più che mai sia giunto il momento di esigere in tutte le sedi, piazze e Tribunali
compresi, i propri diritti”. Questa l’amara conclusione di Luigi Curreli, che racchiude in questo breve comunicato il dramma che stanno avendo le persone bisognose di cure al tempo del Covid-19.