
Le matite usate per votare sono “copiative”, cioè fatte da un impasto di colorante solubile in acqua (blu di metilene o violetto di metile), misto a talco e a un collante (gomma adragante) che conferisce resistenza. Sono particolarmente adatte per votare perché il loro tratto non è cancellabile. Quindi non è possibile compiere brogli alterando le schede già votate. Inoltre, essendo le matite uguali per tutti, non è possibile identificare l’elettore dal tratto che compare sulla scheda, garantendo anche così la segretezza del voto.
I segni fatti con le matite che ci consegnano per il voto sono dunque incancellabili o, per meglio dire, siccome al suo interno non c’è solo grafite ma anche un colorante derivante dall’anilina, per cancellare il segno bisognerebbe abraderlo, ma la scheda nel caso sarebbe inutilizzabile. E non è tutto, c’è altro: è bene sapere che le matite sono proprietà dello stato, e chi solo tentasse di rubarle o di infilarsele in borsa, se scoperto, è a rischio di denuncia e multa fino ai 309 euro. La matita inoltre evita un altro problema: se si sovrappongono più schede quando si vota sulla prima non rimane il segno su quelle sottostanti, quindi, come si può intendere, queste matite sono fatte ad hoc, solo ed esclusivamente per delle situazioni come queste, appunto le elezioni, momento in cui il voto deve essere assolutamente unico e personale e di certo un errore potrebbe mettere in discussione tutto il seggio elettorale!
In effetti oggi si potrebbero usare anche altri mezzi di scrittura, come le penne biro con inchiostro indelebile, ma queste si sono diffuse solo a partire dagli anni Sessanta, mentre la tradizione della matita è più antica, e rimane la preferita dal ministero degli Interni.
