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Emilio Lussu “homo civilis”: dal IV Seminario internazionale l’idea di un socialismo radicato su una profonda base etica

La figura poliedrica di Emilio Lussu sembra rifuggire tutte le definizioni, in particolar modo quelle più retoriche. Inquadrarlo semplicemente come politico, oppure scrittore, avvocato o giornalista, o sul piano politico, federalista e autonomista, risulterebbe insufficiente a tracciarne un profilo adeguato e a leggerne la complessità. L’indagine multidisciplinare messa in campo nel IV Seminario internazionale di studi, domenica nella Sala Castello dell’Hotel Regina Margherita, a Cagliari, ha evidenziato come questo straordinario personaggio abbia rappresentato essenzialmente un “unicum” nel panorama intellettuale sardo, italiano e internazionale.

L’incontro tra studiosi, scrittori e accademici, inserito tra gli appuntamenti più importanti della settima edizione del Festival Premio Emilio Lussu organizzato dall’associazione L’Alambicco, ha messo a fuoco in particolar modo l’essere socialista spontaneo di un uomo che, come ha affermato Gian Giacomo Ortu, coordinatore del convegno, era profondamente affascinato dalla figura di Pietro Nenni, il cui legame lo avrebbe portato nel 1949 a cercare di portare il Partito d’Azione dentro il Partico Socialista.

Tra le espressioni emerse con maggior forza c’è quella di Homo Civilis data da Italo Birocchi dell’Università di Roma, cioè di colui che vive la politica con la pienezza della sua umanità e del suo senso di civiltà, con un’idea di socialismo improntato su una profonda base etica, radicata in valori che vanno al di là degli stessi valori politici.

Ad analizzare il concetto di “Nazione fallita” in rapporto a quello di “Nazione abortiva” di Camillo Bellieni è stato Federico Francioni, che ha rievocato l’acceso dibattito sul concetto di Nazione nel primo dopoguerra, mentre alcune riflessioni sui percorsi di lettura di Lussu sono state presentate da Giovanna Granata dell’Università di Cagliari, che ne ha tratteggiato l’impegno nella lotta antifascista.

Luisa Maria Plaisant ha lanciato uno sguardo sulla spaccatura con il Psd’az, sui contrasti con La Malfa e sulla visione di un socialismo capace di conciliare in sé la democrazia con la libertà. Un interessante approfondimento su Emilio e Joyce nel mondo lusofono è poi arrivato da Luísa Marinho Antunes dell’Università di Madeira, mentre Alberto Cabboi, direttore del Museo storico “Emilio e Joyce Lussu” di Armungia, ha ripercorso il legame tra lo scrittore sardo e il giornalista sudtirolese Claus Gatterer, che tra il ’68 e il ’71 ne aveva tradotto le opere principali in tedesco.

Sono emersi inoltre singolari aspetti sulla lingua e lo stile, che molto dicono sulla concezione che Lussu aveva della parola e della comunicazione. Al proposito è intervenuta Daniela Marcheschi del CLEPUL di Lisbona, che in serata ha presentato l’atteso volume da lei curato, “Per rileggere Emilio Lussu” (Libreria Ticinum Editore, 2021), realizzato grazie al contributo della Fondazione di Sardegna per divulgare gli atti del primo e del secondo Seminario internazionale di Studi, svolti a Cagliari nel 2018 e ad Armungia nel 2019. Alla presentazione sono intervenuti anche Gian Giacomo Ortu, Alberto Cabboi, Daniela Matronola, Guido Conti, Luisa Marinho Antunes, Alessandro Macis, Elisabetta Balduzzi.

La serata è proseguita con la presentazione del libro “Il mio amico” (Manni, 2020) di Daniela Matronola che ne ha approfondito i contenuti in compagnia di Caterina Arcangelo, e in conclusione con l’applauditissimo omaggio a Claudio Lolli “Dal Viaggio in Italia Ferite&feritoie” proposto da Paolo Capodacqua. Sono intervenuti Marina Stefani, Federico Lolli e Tommaso Lolli, membri del Comitato promotore “Fondazione Claudio Lolli”, partner del Festival Lussu.

IL PROGRAMMA DI DOMANI (martedì 5 ottobre)

Alle 10 si parte per un viaggio antropologico ideale, alla ricerca delle origini del gioiello della dieta sardo mediterranea: Veronica Matta presenta il volume “Panada on the road” (Ed. Sa Mata. L’albero delle idee, 2019) assieme a Gianni Filippini, Pinhás Ben Abrahamle, Padre Miquel Mascaro’, Don Francisco Juan Salleras, Padre Mario Alonso Aguado.

Alle 17 si terrà la “Festa della Scuola popolare di poesia di Is Mirrionis”, accogliendo come ospite Vito Minoia, presidente del coordinamento nazionale “Teatro in carcere”, che dialogherà con Gianni Mascia. Quindi Walter Falgio, Anna Cristina Serra, Gianni Mascia ricorderanno la figura di Benvenuto Lobina attraverso la presentazione del suo“Po cantu Biddanoa” (Illisso, 2004). Chiusura di serata con Poetry Blues and roll, una narrazione poetica che si nutre delle suggestioni del blues e del rock, a cura di Gianni Mascia, Paolo Demontis e Salvatore Amara. L’ingresso è libero e gratuito ma occorre essere muniti di green pass.

La manifestazione è organizzata con il patrocinio della Camera dei Deputati, il contributo della Regione Sardegna e del Comune di Cagliari, e il partenariato di un vasto parterre di enti, università e associazioni.

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