“Un incontro positivo che ha portato alcuni importanti chiarimenti sulle posizioni della Giunta regionale riguardo al tema energetico e alle prospettive industriali dell’Isola, con riferimento a una giusta transizione che deve essere ambientale ma anche sociale”: è il commento dei segretari regionali Francesco Garau (Filctem Cgil), Marco Nappi (Femca Cisl) e Gianrico Cuboni (Flaei Cisl), Pier Luigi Loi (Uiltec Uil), sull’incontro chiesto dai sindacati e convocato oggi pomeriggio dall’assessore regionale all’Industria Emanuele Cani.
“Registriamo favorevolmente – hanno aggiunto i segretari – le affermazioni dell’assessore rispetto alla necessità, più volte ribadita dai sindacati, di puntare su un mix energetico che contempli, prima di tutto, l’arrivo in tempi stretti del metano con un’adeguata rete di distribuzione (del metano prima e dell’idrogeno poi), e una pianificazione incentrata sull’utilizzo e la valorizzazione di diverse fonti di approvvigionamento energetico, in particolare l’idroelettrico, dentro un quadro equilibrato di eolico e fotovoltaico”.
E a proposito del metano e della rete, nel corso dell’incontro è emerso che sono state avviate le interlocuzioni con il ministero dell’Ambiente per arrivare a un accordo sul dpcm Sardegna che finalmente darà certezze anche su modalità e tempi della metanizzazione.
Secondo Filctem, Femca, Flaei e Uiltec, è inoltre importante l’impegno preso sulla stesura del nuovo Pears (il vecchio risale al 2016) sul quale, secondo quanto affermato dall’assessore, ci sarà un’ampia condivisione con le parti sociali: il piano energetico ambientale regionale è un documento strategico perché ha anche l’obiettivo di tracciare gli indirizzi di sviluppo dei settori produttivi in una prospettiva di lungo termine.
“A partire da settembre – concludono Garau, Nappi, Cuboni, Loi – auspichiamo la convocazione di nuovi incontri che dovranno necessariamente coinvolgere anche altri assessorati (Lavoro, Istruzione) per affrontare i temi relativi alla formazione e riqualificazione dei lavoratori: sarà determinante costruire percorsi formativi agganciati alle trasformazioni in atto, in particolare orientati sulle nuove professionalità legate ai processi produttivi innovativi che verranno sviluppati nell’immediato futuro, dall’estrazione delle materie prime critiche alle bonifiche fino ad arrivare alle nuove frontiere della ricerca scientifica e tecnologica”.