Roma. Evidenziare il contributo dell’eolico offshore galleggiante al processo di decarbonizzazione del Paese e le ricadute di questa tecnologia sull’economia italiana e le filiere locali. È questo l’obiettivo della Floating Offshore Wind Community, progetto creato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con i Partner Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia. La conclusione del primo anno della Community è culminata con una tavola rotonda dove oltre 50 vertici di aziende e
istituzioni si sono confrontati nella splendida cornice di Anantara, Palazzo Naiadi a Roma.
“Ci troviamo in un momento storico decisivo per la decarbonizzazione del Paese e il
raggiungimento dei target di energia pulita al 2030 e al 2050. Per cogliere questa sfida,
l’Italia deve fare leva sull’eolico offshore galleggiante, il quale ha un forte potenziale
energetico e limitati impatti ambientali e sociali. Il sistema industriale italiano ha inoltre
importanti competenze nel settore dell’acciaio e della navalmeccanica, le quali possono
essere sfruttate per costruire una posizione di leadership nel mercato globale di questa
tecnologia con importanti benefici soprattutto nelle regioni del Sud. La Community ha
lavorato quest’anno per creare consapevolezza sulle potenzialità di questa tecnologia
verde e sull’urgenza di avviare gli investimenti, proponendo una precisa roadmap di azioni
volte a dare certezza agli investitori affinché la catena del valore industriale nazionale
possa organizzarsi e investire seriamente nell’eolico offshore galleggiante, generando
ricadute positive sull’economia e sull’occupazione italiana”, ha commentato Valerio De
Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti.
“Il Rapporto Strategico presentato oggi dalla Community ha il merito di evidenziare
chiaramente quanto la tecnologia dell’eolico marino galleggiante sia fondamentale non solo
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per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione, ma anche, e direi soprattutto, in vista
dell’obiettivo di rendere il Paese indipendente a livello energetico. Le sfide che abbiamo
dinanzi a noi richiedono un approccio sistemico e una visione la cui parola d’ordine non
può che essere una: senza tutte le varie forme di energie rinnovabili non si andrà da
nessuna parte. In tale ottica lo studio della Community evidenzia l’enorme potenziale
dell’eolico marino galleggiante, i cui benefici vanno ben oltre l’ambito energetico in senso
stretto, presentandosi come un’opportunità di sviluppo industriale e crescita economica.
Renantis insieme con BlueFloat Energy sta sviluppando in Italia 6 parchi eolici marini
galleggianti, per un investimento complessivo di 18 miliardi di euro e una capacità installata
di 5.500 Megawatt. Abbiamo già investito svariati milioni di euro, a dimostrazione del fatto
che crediamo nelle potenzialità del Paese. Tutto questo però non basta. Gli investitori
hanno bisogno di regole chiare e affidabili, di iter autorizzativi snelli e di tempi certi. Sotto
questo profilo ribadiamo con forza che è urgente che venga varato il decreto FER2,
prevedendo l’indicizzazione almeno all’inflazione delle tariffe d’asta, come per altro già
avviene in altri paesi europei, e nel nostro per l’eolico onshore. Renantis ha partecipato con
entusiasmo alla Community; l’augurio è che questo studio rappresenti un’ulteriore
opportunità di dialogo e fattiva collaborazione tra decisori politici e investitori privati”, ha
commentato Toni Volpe, CEO di Renantis
“L’eolico offshore galleggiante è la tecnologia maggiormente in grado di garantire la
sicurezza energetica dell’Italia, fornendo soluzioni per la decarbonizzazione su larga scala
e contribuendo alla crescita economica del Paese. Il bacino del Mediterraneo è pronto per
diventare hub per lo sviluppo commerciale dell’eolico offshore galleggiante, con Francia,
Spagna, Italia e Grecia che stanno lavorando per sbloccare il potenziale di questa
tecnologia e l’Italia che occupa una posizione strategica per sfruttarne tutte le potenzialità.
In qualità di sviluppatore e leader sul mercato nella tecnologia galleggiante, BlueFloat
Energy è orgogliosa di aver contribuito al Rapporto della The European House – Ambrosetti
Floating Offshore Wind Community, uno studio unico nel suo genere che analizza il
potenziale della tecnologia eolica offshore galleggiante nel mercato italiano. Siamo
pienamente in linea con i risultati del rapporto; è necessario e imprescindibile che i decisori
politici definiscano quanto prima in maniera chiara norme e tempi per lo sviluppo dell’eolico
offshore galleggiante. BlueFloat Energy ha lavorato duramente negli ultimi tre anni, in
partnership con Renantis, per contribuire allo sviluppo di questa tecnologia in Italia e
continuerà a sfruttare la sua esperienza a livello globale per garantire che l’Italia possa
beneficiare appieno dei progressi tecnologici in questo settore in così rapida evoluzione” ha
affermato Carlos Martin Rivals, CEO di BlueFloat Energy.
“La decarbonizzazione dell’Italia si può raggiungere puntando strategicamente sulle
competenze e sull’eccezionale know-how industriale del nostro Paese. Questo
cambiamento può inoltre promuovere la crescita economica e occupazionale, in particolare
nel Mezzogiorno. La tecnologia dell’eolico offshore galleggiante è un’opportunità senza
precedenti per il sistema Italia, con la prospettiva di generare un’occupazione significativa,
stimata in fino a 27 mila posti di lavoro entro il 2050. Siamo fiduciosi nelle potenzialità del
nostro Paese e nel suo tessuto industriale, siamo determinati a essere protagonisti
nell’eolico offshore galleggiante, un settore in cui Fincantieri vanta già una solida
expertise”, ha dichiarato Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato e Direttore
Generale di Fincantieri.
“La nostra adesione a questo progetto di sviluppo di valenza strategica si basa su due
ragioni. Da una parte siamo il produttore italiano certificato di acciaio di qualità per impieghi
strutturali e quindi siamo in grado di produrre l’acciaio necessario agli impianti eolici che
costituiscono un enorme bacino di sviluppo a livello europeo per questo mercato. In
particolare, Acciaierie d’Italia ha definito un nuovo paradigma nella sostenibilità dell’acciaio
creando, in collaborazione con RINA, una piattaforma scientifica per il monitoraggio e la
verifica costante dei controlli ambientali. Su questo processo si basa Penisola Steel®, il
marchio che definisce e rende riconoscibile lungo tutta la filiera il ridotto impatto ambientale
dell’acciaio prodotto dai nostri impianti. Dall’altra parte Acciaierie d’Italia è un grande
consumatore di energia e per sostenere la transizione energetica dello Stabilimento di
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Taranto verso una progressiva decarbonizzazione punta ad aumentare l’utilizzo di energie
verdi rinnovabili e quindi costituisce, come grande consumatore di questa energia, un
riferimento anche economico. Anche grazie a questo progetto, realizzato con partner
rilevanti e leader di settore, Acciaierie d’Italia si conferma un importante riferimento
produttivo, tecnologico ed economico per il sistema industriale italiano”, ha dichiarato Lucia
Morselli, Amministratore Delegato di Acciaierie d’Italia.
La premessa: l’eolico offshore galleggiante è una tecnologia necessaria
La Community Floating Offshore Wind nasce con la forte convinzione che il contributo
sinergico e complementare di tutte le tecnologie pulite disponibili debba essere sfruttato per
accelerare il processo di decarbonizzazione e raggiungere gli obiettivi di neutralità
climatica. Infatti, si prevede al 2050 che la produzione di energia elettrica in Italia crescerà
a oltre il doppio rispetto a quella attuale (600-700 TWh vs. 276 nel 2022), con le rinnovabili
che contribuiranno tra il 95% e il 100% alla generazione elettrica totale. L’eolico sarà
fondamentale: rappresenterà fino al 23% dell’elettricità totale generata (dal 7% del 2022), di
cui fino al 10% proveniente dall’offshore rendendo necessaria l’installazione di almeno
20GW di eolico galleggiante entro il 2050.
Gli impatti e il potenziale energetico per l’Italia
Una convinzione erronea diffusa che riguarda la mancata adattabilità dell’eolico offshore
galleggiante al contesto del Mare Mediterraneo è stata smentita dagli studi della
Community, da cui emerge che questa tecnologia è la soluzione più idonea per aumentare
la capacità delle energie rinnovabili, garantendo un impatto ambientale medio fino al 67%
inferiore rispetto a quello dell’energia elettrica attualmente prelevata dalla rete italiana, per
la possibilità di produrre energia in modo meno invasivo per il territorio. Non presentando
una superficie interrata, le turbine galleggianti risultano, infatti, meno impattanti sui fondali
rispetto alle controparti a fondo fisso, con minori conseguenze sugli habitat marini, oltre a
essere quasi invisibili all’orizzonte grazie al loro posizionamento distante dalla costa.
Lo Studio della Community ha dato una chiave di lettura diversa anche in rapporto alla
critica concernente l’assenza di potenziale di sviluppo dell’eolico offshore galleggiante in
Italia: grazie alle caratteristiche morfologiche e alla conformazione dei suoi fondali, il nostro
Paese ha un enorme potenziale. L’Italia si posiziona infatti come il terzo mercato mondiale
per lo sviluppo di eolico offshore galleggiante, secondo il Global Wind Energy Council. Le
stime svolte in collaborazione con il Politecnico di Torino indicano un potenziale di 207,3
GW in Italia per l’eolico offshore galleggiante, rappresentando più del 60% del potenziale di
energia rinnovabile complessiva, con Sardegna, Sicilia e Puglia tra le aree di maggiore
potenzialità.
Lo sviluppo internazionale
Negli ultimi anni, a livello internazionale l’eolico offshore galleggiante ha registrato un
significativo sviluppo che si è tradotto in importanti investimenti: con più di 30 GW installati
al 2022, la Cina è al momento il primo Paese per potenza installata di eolico offshore a
fondo fisso e galleggiante, più che raddoppiando la capacità installata del Regno Unito
(13,8 GW), secondo Paese a livello mondiale in questo specifico segmento, e triplicando la
Germania, leader in UE con 8,1 GW installati.
Mentre i leader globali puntano con decisione su questa tecnologia fissando ambiziosi
target al 2030 e al 2050, la bozza di aggiornamento del nostro Piano Nazionale Integrato
Energia e Clima (PNIEC) prevede che solo il 2% dell’obiettivo di potenza rinnovabile
elettrica installata al 2030 provenga da impianti eolici offshore, a dimostrazione del fatto
che questa tecnologia è ancora considerata residuale in Italia (almeno per il 2030),
nonostante il Paese abbia un ampio potenziale in termini di spazio marino.
Lo sviluppo di una supply chain dell’eolico offshore galleggiante nazionale consente
la creazione di valore nei territori locali
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Un’altra convinzione che merita di essere riconsiderata riguarda l’immaturità della catena di
fornitura italiana nel supportare target ambiziosi di eolico offshore galleggiante al 2030 e al
- Nella realtà dei fatti, il nostro Paese vanta una leadership in diversi settori collegati
alla produzione di tecnologie necessarie allo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante, in
particolar modo il comparto metallurgico, navalmeccanico e delle infrastrutture portuali, che
già oggi attivano complessivamente un totale di 255,6 miliardi di euro e 1,3 milioni di
occupati nel Paese.
Contrariamente all’errata prospettiva secondo cui lo sviluppo delle fonti rinnovabili
difficilmente genera valore nei territori locali, l’eolico offshore galleggiante potrà avere
notevoli impatti positivi sulle comunità locali italiane, soprattutto nelle regioni del Sud. La
creazione di una filiera nazionale per questa tecnologia – che implicherebbe fabbricazione,
assemblaggio, varo integrazione, oltre a progettazione e manutenzione – potrebbe
generare un valore aggiunto cumulato tra il 2030 e il 2050 pari a 57 Mld€, con l’attivazione
di filiere sul territorio nazionale e conseguenti ricadute occupazionali: nell’ipotesi di
realizzare 20 GW al 2050, si potrebbero generare circa 27 mila nuovi occupati in Italia al
2050.
Proposte per lo sviluppo in Italia
In conclusione, la Community ha messo in luce alcune questioni aperte da affrontare per
permettere lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante in Italia. Anzitutto, per garantire
investimenti significativi nel settore è essenziale definire una chiara visione industriale a
lungo termine, con un obiettivo di almeno 20 GW entro il 2050 che funga da stimolo per le
aziende nazionali e attragga investimenti esteri. Sarà importante, a tal fine, stabilire obiettivi
intermedi per il 2035 e il 2040, insieme a una pianificazione trasparente e a lungo termine
delle aste per finanziare i progetti.
In tal senso è, inoltre, cruciale accelerare l’attuazione dei piani di gestione dello spazio
marittimo (PSM), per il quale l’Italia è in procedura di infrazione UE, per non aver ancora
presentato il piano dovuto. Nel breve termine, si propone un meccanismo decentralizzato
per identificare rapidamente siti idonei allo sviluppo di progetti eolici offshore, coinvolgendo
gli sviluppatori e facilitando la partecipazione di più stakeholder per un rapido sviluppo. Nel
frattempo, l’attuazione del PSM dovrebbe procedere con un approccio centralizzato,
potenziando il coinvolgimento delle parti interessate. Approcci di questo tipo sono già stati
applicati con successo in altre nazioni quali l’Irlanda.
Per garantire l’accettazione dei parchi eolici offshore galleggianti da parte degli
stakeholder, delle comunità e delle Istituzioni locali, è essenziale adottare un approccio
concertativo. Ciò implica il coinvolgimento dei territori e degli operatori economici sin dalle
prime fasi, anche durante la progettazione, per potenziare il dibattito pubblico e includere le
regioni nel processo autorizzativo, sviluppando una “carta di compensazione” per misure di
lungo termine. Inoltre, è necessario rafforzare i criteri delle aste per garantire un impegno
verso la localizzazione delle catene di approvvigionamento industriali dell’eolico offshore
galleggiante in Italia.
Alla luce degli importanti benefici industriali che lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante
è in grado di generare, è essenziale creare un quadro chiaro di incentivi economici in grado
di accelerare gli investimenti e stimolare la filiera industriale nazionale. La pubblicazione
del Decreto FER 2, che sostiene la produzione di energia da fonti rinnovabili innovative, è
un elemento chiave. L’aggiornamento costante delle tariffe d’asta con l’inflazione e le
sovvenzioni capex per infrastrutture cruciali sono altrettanto indispensabili per garantire la
competitività dei progetti nazionali e contribuire a generare ricadute occupazionali nel
nostro Paese.
È infine essenziale potenziare il ruolo di Terna nell’implementazione di un piano di sviluppo
infrastrutturale di rete per accelerare i progetti eolici offshore galleggianti, favorendo un
costante dialogo tra Terna e gli operatori del settore eolico offshore, per gestire le
numerose domande e integrare i sistemi di richieste di connessione e Valutazione di
Impatto Ambientale.