Erdogan vuole ripristinare il reato di adulterio

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Erdogan ha sentenziato che la Turchia ha fatto “un errore” quando nel 2004 ha accantonato l’ipotesi di reintrodurre il reato di adulterio. “Credo

sarebbe più che opportuno discutere di nuovo della questione dell’adulterio -ha detto Erdogan dopo il suo intervento davanti ai deputati del partito Akp-. E’ una vecchia storia. Bisognerebbe discuterne. Era già nelle nostre proposte. All’epoca ci siamo mossi in linea con le richieste dell’Unione Europea, ma abbiamo fatto un errore”. Nel 2004 Erdogan era primo ministro. Nel settembre di quell’anno – nel mezzo delle trattative sulla possibilità di aprire negoziati per la piena adesione della Turchia all’Ue – il Parlamento di Ankara approvò il nuovo codice penale che, dopo le proteste di Bruxelles, non conteneva la sezione che riconosceva l’adulterio come reato. C’è un secondo provvedimento che invece appare più ragionevole: Il governo turco studia l’ipotesi di introdurre la castrazione chimica per punire i responsabili di abusi sessuali sui minori. Da Ankara il ministro della Giustizia, Abdulhamit Gul, ha annunciato che il governo sta valutando una misura per “ridurre o eliminare” le pulsioni sessuali delle persone condannate per abusi sessuali sui minori. Un disegno di legge verrà presentato in Parlamento “entro pochi giorni”, ha detto il ministro secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Dpa. Nei giorni scorsi dal sud della Turchia è arrivata la notizia dell’arresto di un ventenne accusato di aver violentato una bambina di quattro anni. Il presidente turco Erdogan ha minacciato “le pene più severe possibili” per i condannati per pedofilia e ha definito gli episodi di abusi sui minori come una “dinamite che farà crollare la nostra società”.

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Giorgio Lecis

Giornalista. Direttore responsabile
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