Ci vorranno settimane per avere delle risposte certe ai quesiti elaborati dal Gip e sapere le cause della morte di Manuel Piredda, il giovane di Gonnesa deceduto sette anni fa a seguito di un incendio che, secondo la prima ricostruzione di allora, sarebbe stato da lui appiccato e in cui rimase gravemente sfigurata la moglie Valentina Pitzalis, poi diventata simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Oggi al Policlinico di Monserrato (Cagliari) è stata eseguita l’autopsia sul corpo del giovane, che era stato riesumato ieri su ordine del Gip di Cagliari e del pm che sta coordinando l’inchiesta aperta dopo l’esposto presentato dai familiari del 27enne. La prima inchiesta della Procura si era chiusa con l’archiviazione perché gli investigatori avevano accertato che era stato lui stesso ad appiccare le fiamme, nel tentativo di bruciare la moglie al termine di un litigio.
Valentina Pitzalis, che non aveva mai perso conoscenza, aveva indicato subito nel marito l’autore dell’aggressione avvenuta nell’abitazione di Bacu Abis (Carbonia) il 17 aprile 2011.
Riaperta l’inchiesta, a seguito dell’esposto della famiglia del giovane, Valentina Pitzalis è stata indagata – un atto a sua garanzia – per incendio doloso e omicidio.
L’avvocata della donna rimasta sfigurata, Adriana Onorato, ha commentato: “Già dai primi accertamenti è risultato evidente come nessuna delle ipotesi prospettate e date per certe dalla fantasia dei consulenti dei Piredda-Mamusa sia risultata fondata: attendiamo ora che vengano completati gli esami istologici e tossicologici dei tessuti prelevati dai periti per accertare con precisione le cause della morte”. (Ansa)
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