“ Un duro colpo al sistema dell’integrazione. Il decreto Sicurezza varato dal Governo mette a rischio l’attività degli Sprar attivi in Sardegna e si ripercuote pesantemente su una rete di accoglienza equilibrata e diffusa nel territorio su cui tanto in questi anni si è lavorato. Siamo molto preoccupati per la concreta operatività di progetti che si sono rivelati molto utili ai fini dell’inclusione dei richiedenti asilo e dei titolari della protezione internazionale nel tessuto sociale”.
Lo ha dichiarato l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu nell’incontro con presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana e con i sindaci e i rappresentanti delle associazioni che stanno attuando 17 progetti Sprar per 283 persone coinvolte.
“Il sistema degli Sprar è il più adatto alle caratteristiche della nostra terra”, ha sottolineato il presidente dell’Anci. Spanu ha chiarito che la Regione non lascerà soli gli enti locali in questa fase di incertezza. Abbiamo già coinvolto la Conferenza delle Regioni. Riteniamo indispensabile un’azione comune, che coinvolga tutte le forze politiche interessate, finalizzata alla modifica del decreto”.
“Dobbiamo respingere l’idea – ha spiegato – che solo i titolari di protezione internazionale possano essere accolti negli Sprar. Si tratta di un’ipotesi che determinerebbe gravi squilibri nell’intero sistema dell’accoglienza”.
Spanu si è poi soffermato sull’abrogazione del permesso di soggiorno “umanitario” per i richiedenti asilo, “la cui soppressione, se non accompagnata da idonee misure compensative, è in grado di comportare, anche in Sardegna, gravi conseguenze sia sul piano della tutela di soggetti particolarmente vulnerabili, sia su quello dello stesso ordine pubblico”.
Il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati in Italia (SPRAR) garantisce interventi di “accoglienza integrata” dei richiedenti asilo e dei rifugiati attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico.
Lo SPRAR è costituito dalla rete degli Enti locali che, di concerto con la realtà del terzo settore, accedono al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo per la realizzazione dei progetti di accoglienza.
Nel 2001 il Ministero dell’Interno Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, l’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (UNHCR) hanno siglato un protocollo d’intesa per la realizzazione di un “Programma nazionale asilo” (PNA). Nasceva, così, il primo sistema pubblico per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati, diffuso su tutto il territorio italiano, con il coinvolgimento delle istituzioni centrali e locali, secondo una condivisione di responsabilità tra Ministero dell’Interno ed enti locali.