A molte persone è capitato di ricevere delle email apparentemente provenienti da autorità istituzionali, contenenti una falsa citazione in tribunale per gravi violazioni commesse attraverso la rete Internet, legate ai reati di molestie sessuali su minori.
Nel documento si minaccia il malcapitato di inoltrare le prove ad un non ben specificato procuratore e ai media, invitandolo a fornire giustificazioni entro 72 ore.
Il passo successivo è una richiesta di denaro per far decadere le accuse e l’indicazione delle coordinate bancarie verso le quali corrispondere le somme estorte.
L’indagine, condotta dal Servizio polizia postale e delle comunicazioni su questo fenomeno, è stata denominata “Kafka” dal nome dell’autore del libro “Il processo” nel quale il protagonista veniva appunto ingiustamente accusato, processato e condannato per delitti mai commessi.
Al termine dell’attività investigativa i poliziotti della Postale hanno eseguito 16 decreti di perquisizione personale e domiciliare, nei confronti di un gruppo di persone indiziate di essere gli autori dei raggiri e che, in circa due mesi, hanno prodotto illeciti proventi per quasi mezzo milione di euro.
Si tratta di una truffa molto diffusa in Europa, soprattutto in Francia, Austria, Spagna, Belgio e Italia.
La leva principale è la paura che viene trasmessa alla vittima utilizzando moduli con falsi loghi di Forze di polizia e dei ministeri dell’Interno e della Difesa italiani, affiancati a quelli di agenzie internazionali quali Europol ed Interpol.
Sui moduli non mancano le firme di autorevoli vertici istituzionali come il capo della Polizia, il comandante generale dell’Arma dei carabinieri, il direttore del Servizio polizia postale, tutte regolarmente false.
I decreti di perquisizione, emessi dalle Procure della Repubblica di Brescia e Vicenza, sono stati eseguiti con la collaborazione dei Compartimenti di polizia postale di Milano, Torino, Pescara, Trieste, Venezia e Roma.