Sono stati accertati due casi di Febbre del Nilo Occidentale in provincia di Oristano. Entrambi i soggetti, di età avanzata – uno residente in un paese dell’oristanese, l’altro nella Penisola, ma che trascorre molto tempo in Sardegna – sono stati ricoverati nell’Unità Operativa di Medicina dell’ospedale San Martino intorno a metà agosto, con una sintomatologia riconducibile alla West Nile Disease. Dalle analisi sul fluido cerebrospinale dei pazienti condotte dal policlinico di Monserrato, centro di riferimento regionale per i test di laboratorio sulla malattia, è arrivata la conferma della diagnosi.
Uno dei pazienti si trova attualmente ricoverato nel reparto di Rianimazione del nosocomio oristanese, mentre l’altro è stato trasferito nella serata di ieri, per mezzo dell’elisoccorso, all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari, sempre in Rianimazione.
Entrambi, come è stato accertato dall’indagine epidemiologica condotta dai medici del Servizio di Igiene Pubblica della Assl di Oristano, hanno contratto il virus attraverso la puntura di zanzara, insetto vettore, capace cioè di trasmettere la malattia da animali infetti (uccelli migratori o stanziali) all’uomo.
Il Dipartimento di Prevenzione della Assl di Oristano ha già inviato ai rispettivi comuni di provenienza dei due pazienti la proposta di adozione di tempestive misure per la prevenzione e il controllo della malattia.
In linea generale si ricorda a tutti i cittadini che, per un contrasto efficace della West Nile, è necessario adottare delle semplici misure di prevenzione e protezione dalle punture di zanzara:
– Quando si è all’aperto, utilizzare repellenti per insetti, seguendo attentamente le istruzioni per l’uso;
– Al tramonto e all’alba, ore in cui le zanzare sono più attive, indossare indumenti a maniche lunghe e pantaloni;
– Installare zanzariere alle finestre e porte;
– Svuotare l’acqua stagnante dai vasi di fiori, secchi, copertoni e barili;
– Cambiare spesso l’acqua delle ciotole per animali in modo che non ristagni;
– Mantenere le piscine per bambini vuote, coprendole quando non vengono usate;
– Trattare regolarmente (ogni 15 giorni circa) i tombini e i pozzetti di sgrondo delle acque piovane le zone di scolo e ristagno con prodotti larvicidi reperibili presso le farmacie;
– Verificare che le grondaie siano pulite e non ostruite;
– Coprire le cisterne e tutti i contenitori dove si raccoglie l’acqua piovana con coperchi ermetici, teli o zanzariere ben tese;
– Eliminare da stabili e abitazioni, coprendole con reti, eventuali covatoi dove possono annidarsi volatili infetti (come i piccioni).
La Febbre del Nilo Occidentale, per la quale non esiste una terapia specifica nell’uomo, non provoca alcun sintomo nell’80% delle persone che ne vengono colpite. Circa il 20% dei soggetti infetti sviluppa sintomi lievi, che possono includere febbre, mal di testa e dolori muscolari, nausea, vomito, malessere che può durare da pochi giorni ad alcune settimane. Solo una piccola percentuale (una persona su 150) di chi viene colpito dalla West Nile può sviluppare una grave forma neuro-invasiva.