Festival Internazione dell’Archeologia, la settima giornata è tutta per Tharros

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La nuova arena da 1.200 posti nell’area archeologica di Tharros è stata il teatro della settima giornata del Festival Internazionale dell’Archeologia. La rassegna, dopo Oristano, Cabras e Abbasanta con il Nuraghe Losa, ha toccato così una dei luoghi più significativi della Sardegna romana, una storia che è durata circa 1.000 anni e della quale, senza sosta, numerose equipe di ricercatori e studiosi provenienti da tutto il mondo cercano ancora oggi di carpire nuovi segreti. Un luogo magico che gli artisti vogliono fortemente e che per tutto il mese di luglio sarà una quinta fantastica per esibizioni che da mesi registrano il sold out, a partire dall’attesissimo spettacolo che vedrà come protagonista Roberto Bolle.

Il Presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni, in apertura ha voluto ricordare l’importanza e la bellezza del sito archeologico, oggetto di una continua opera di valorizzazione e di infrastrutturazione che punta a rendere tutta l’area più fruibile e vivibile: “Visitare il sito archeologico di Tharros sarà più semplice per le persone con disabilità. La Fondazione Mont’e Prama ha infatti vinto un bando da 2,5 milioni del Pnrr sull’accessibilità ai luoghi della cultura e il finanziamento verrà utilizzato per interventi materiali e immateriali.” Si va dai parcheggi auto riservati alle persone con disabilità, a strumenti che consentiranno una migliore fruizione del percorso museale, tra cui anche speciali audioguide. Verrà implementata la segnaletica, prevedendo planimetrie semplificate e percorsi alternativi. Una parte delle risorse sarà inoltre dedicata alla formazione del personale in tema di accessibilità. Sono previste migliorie anche per il sito web, sempre con l’obiettivo di rendere più semplice la consultazione per i disabili.

Il secondo punto trattato dal presidente Muroni riguarda quella che lui stesso ha definito, in modo chiaro e senza equivoci, una posizione politica: “Ci ho riflettuto per molti giorni e ho pensato che oggi fosse la giornata giusta. Credo che chi lavora nel mondo della cultura abbia il dovere di prendere posizione e di dire no a ogni tipo di speculazione, a partire da quelle legate all’installazione di parchi eolici e di mega distese di fotovoltaico in zone che certamente non sono idonee. In Sardegna sono a rischio molte zone che dal punto di vista naturale e paesaggistico sono intoccabili perché fanno parte del nostro tessuto connettivo, della nostra storia, di quella dei nostri padri e dei nostri nonni. Ecco, da qui, da questo luogo magico, diciamo con forza che siamo a favore della transizione energetica purché sia responsabile, rispettosa del nostro paesaggio e immune da speculazioni dannose”.

Nella prima conferenza dedicata a Giulio Cesare a Tharros, Attilio Mastino, ex Rettore dell’Università di Sassari e professore ordinario di storia romana, ha dialogato con Giorgio Murru, esplorando il legame storico e culturale di Tharros con l’antica Roma e, in particolare, con una delle figure più affascinanti e controverse di quello che viene considerato, senza esserlo mai stato realmente, il primo imperatore dell’Urbe.

I Romani, ha ricordato Mastino accompagnando il pubblico in un viaggio emozionante, occuparono la Sardegna nel 238 a.C., all’indomani della conclusione della prima guerra punica e per circa mille anni l’isola subì l’influenza di questa dominazione. Tharros fu una città di grande rilievo e con Turris Libisonis, l’attuale Porto Torres, poté fregiarsi del titolo di colonia di cittadini romani a dimostrazione della grande considerazione politica ed economica che la città aveva a quel tempo. Il passaggio di Giulio Cesare ha segnato certamente un momento significativo nella storia di questo centro che proprio in età imperiale si trasformò notevolmente con una risistemazione urbanistica che portò alla nascita di importanti edifici, alla pavimentazione delle strade e alla realizzazione di un sistema fognario a quel tempo straordinariamente moderno.

Successivamente, la seconda conferenza “Quale Museo per il Futuro? Tra Etica e Visioni” ha offerto uno spazio di riflessione moderato da Luigi Prestinenza Puglisi con gli architetti Mario Pisani e Nadia Bakhtafrouz, affrontando le sfide e le opportunità nel creare istituzioni museali moderne ed eticamente orientate, anche grazie alla progettazione di spazi destinati a ospitare non più solo ed esclusivamente opere d’arte ma a svolgere diverse funzioni, anche aggregative e ricreative, in continuità e costante dialogo con il territorio e l’ambiente circostante, che sia urbano o semplicemente naturalistico.

La serata è culminata con lo show “The Voice Senior” di Diana Puddu, che ha intrattenuto il pubblico con la sua straordinaria voce e la sua interpretazione musicale. Grandissimo successo, infine, per il laboratorio esperienziale (“Alla Scoperta Della Dea Madre: viaggio alle origini dell’umanita tra Arte e Sacralità”) con storytelling e manipolazione dell’argilla a cura dell’artista Stefania Spanedda che ha coinvolto partecipanti di tutte le età, a partire dai 9 anni.

Oggi il Festival si sposta a Laconi con le conferenze sulla Sardegna Mediterranea, sugli Shardana e i popoli del mare. Tra i protagonisti il filosofo Silvano Tagliagambe, il Soprintendente del Mare della Regione Sicilia Ferdinando Maurici e il giornalista Paolo di Giannantonio

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