Terza giornata al Centro comunale d’arte Il Ghetto di Cagliari, per l’ottava edizione del festival Pazza Idea, organizzata da Luna Scaralatta con la direzione artistica di Mattea Lissia. Come sempre la mattinata, a partire dalle 10, è dedicata agli workshop, tutti con ingresso gratuito. Si inizia con Jolanda Di Virgilio che terrà un laboratorio dal titolo Instagram e la rivoluzione della scrittura online in cui si analizzeranno diversi casi, non solo italiani, per comprendere come sta cambiando la comunicazione culturale online e per cercare di prevedere i prossimi trend, parlando anche del successo del nuovo social TikTok e dei gruppi su Telegram. Mafe De Baggis è una affezionata frequentatrice del festival Pazza Idea e per questa edizione proporrà un workshop per artisti, scrittori, musicisti, artigiani, ma anche chef, pubblicitari, negozianti e sportivi. Per chiunque voglia realizzare quello che fino a ieri sembrava impossibile, senza cambiare il cuore del proprio lavoro e usando gli strumenti del mondo digitale. E infine Giacomo Pisano che incontrerà il pubblico in un laboratorio dal titolo Bellezza, Identità, Alterità: variabili d’immagine nella società contemporanea in cui spiegherà le variazioni del concetto di bello e del senso estetico attraverso excursus storici, culturali, artistici. In collaborazione con Veronica Frau, che da anni sta realizzando un progetto sulla bellezza alternativa e lo stravolgimento dei canoni estetici, con alcune fotografie.
La mattinata sarà chiusa, alle ore 12 nella Sala delle Mura, da Il Paese più bello del mondo. Il FAI e la sfida per un’Italia migliore, incontro che vedrà la partecipazione dello scrittore Alberto Saibene, intervistato dal giornalista Giacomo Serreli e introdotto da Monica Scanu, presidente di FAI Sardegna. Sede del maggior numero di siti dell’Unesco, l’Italia è considerata dai tempi del Grand Tour “il Paese più bello del mondo”. Le civiltà che si sono succedute, dai Latini fino ai giorni nostri, le declinazioni regionali di arte, lingua e cucina, hanno reso il nostro un Paese unico per stratificazione di civiltà, testimonianze storico-artistiche, varietà di paesaggi.
Si riprende nel pomeriggio alle ore 17 quando, sempre nella Sala delle Mura, la giornalista Maddalena Brunetti sarà in conversazione con la scrittrice e giornalista Francesca Mannocchi in un incontro dal titolo Porti ciascuno la sua colpa. Cronache dalle guerre dei nostri tempi. «Cosa ne faremo delle migliaia di bambini che vivevano sotto l’Isis?» Queste parole raccolte dalla Mannocchi durante uno dei suoi reportage di guerra sono l’avvio di una storia che nessuno vuole ascoltare, anche se la Storia ci insegna che resta sempre qualcosa di umano e resistente anche là dove il mondo finge di non sapere guardare.
Si prosegue alle 18 ma nella Sala della Cannoniera per uno degli appuntamenti clou della serata, quello con l’attivista, sociologa e scrittrice turca Pinar Selek, intervistata dallo scrittore Vins Gallico. In bilico tra nostalgia e speranza, questo il titolo dell’incontro con la Selek costretta all’esilio dal 2009, è il racconto dell’esilio stesso ma anche dell’appartenenza a un Paese più grande, “il mondo intero”.
“Se mi domandano come sto, rispondo che resisto, che ho imparato a giocare con questi venti che all’inizio mi hanno depistata. Ma che non posso avviarmi verso il luogo di cui parlo, il paese che mi manca.” La scrittrice, che ancora oggi rischia una condanna all’ergastolo, ci racconterà la continua ricerca dell’equilibrio tra le tensioni tra la nostalgia per il passato e l’attrazione per l’altrove.
Un excursus imperdibile tra letteratura e Storia, con la rivoluzione russa come immenso epicentro di un terremoto universale e due nomi, fiammeggianti e immortali, per tutti: Marina Cvetaeva (1917-1919) e Vladimir Majakovskij. Tutto questo per raccontare l’affascinante quanto complicato binomio qual è “bellezza e rivoluzione”. Un dramma del Novecento è il titolo della lectio magistralis che il critico letterario e scrittore Emanuele Trevi terrà a partire dalle ore 19 nella Sala delle Mura. Domande incandescenti alle quali la grande letteratura, in particolare quella russa, cerca da sempre di dare una risposta: dove finisce, nell’esperienza umana, il dominio dell'”utile” e dove inizia quello dell'”inutile” ? Gli uomini del Novecento hanno sperimentato questo dilemma, sempre latente nel pensiero occidentale con una drammaticità prima sconosciuta. Ancora, la felicità del singolo e quella delle masse, il pensiero tragico e lucidissimo di Majakovskij, la rivoluzione russa come immenso epicentro di un terremoto universale e le testimonianze dal cuore del conflitto con i taccuini moscoviti di Marina Cvetaeva (1917-1919).
In una edizione dedicata alla bellezza non poteva mancare Antonio Marras. Alle ore 20 lo stilista algherese, intervistato dal giornalista Stefano Salis, incontrerà il pubblico nella Sala della Cannoniera in una conversazione sull’arte, la vita, il processo creativo e le scelte stilistiche che connotano le “opere” di un grande artista contemporaneo. Lo stile Marras è stato una rivoluzione del gusto e dell’immagine della nostra isola, un incontro felice di tradizione e modernità, la possibilità di proiettarsi nel futuro e nel mondo “grande e terribile”. L’irrequietezza come tratto distintivo della creatività, come scelta o destino, come motore di cambiamento e bellezza.
Si chiude alle 21, sempre nella Sala della Cannoniera con La poesia della realtà. Innamorarsene, incontro con Domenico Iannacone in conversazione con Renato Chiocca. Tutto è poesia: le cose semplici, le storie piccole, l’emozione e il conforto di scoprire che “nessun uomo è un’isola”. Il suo linguaggio si fa interprete e strumento della realtà, avvicina persone, percorsi ed esperienze. Con “I dieci Comandamenti” prima e “Che ci faccio qui” poi (su RaiTre) Domenico Iannacone ha rivoluzionato il modo di raccontare le storie, a metà fra il reportage e la narrazione: con il suo sguardo misericordioso e complice questo autore, giornalista e conduttore televisivo, che è anche poeta, ci ha fatto intravedere, nascosta nelle pieghe della quotidianità, quella materia misteriosa di cui scriveva Keats: “Bellezza è verità/verità è bellezza”.
Per tutta la durata del festival sarà anche possibile visitare le due mostre allestite nelle sale del Ghetto. A partire da quella dell’illustratore Fabio Magnasciutti. Temperature è il titolo scelto per la raccolta delle sue vignette, che abbiamo visto negli ultimi anni su la Repubblica, l’Unità, il Fatto quotidiano, gli Altri, Linus e Left, in TV a “Che tempo che fa”, è la sintesi della poetica di questo artista del disegno: uno sguardo ironico e sempre insolito sugli eventi della vita, l’attualità, i sentimenti, con la forza e l’incisività che solo l’immagine può dare.
A seguire con la mostra della e sulla fotografa Tina Modotti, attrice di teatro e cinema, pasionaria perseguitata, musa di grandi artisti come Pablo Neruda, modella dei pittori naturalisti messicani, figura controversa dalle molte vite. “Fotografa e Rivoluzionaria” è una retrospettiva del suo lavoro fotografico, perché la sua vera grande passione fu la fotografia, a dispetto delle sue mille doti artistiche. La mostra include i suoi ritratti, gli studi delle piante e la famosa serie “Donne di Tehuantepec”, oltre a materiale meno conosciuto; è un viaggio attraverso la sua vita dalle molteplici sfaccettature, un racconto di sé attraverso le città in cui ha vissuto. In collaborazione con il Museo d’Arte Contemporanea di Casacalenda. Le mostre resteranno allestite per tutta la durata del festival.
Il festival Pazza Idea è anche nei Sistemi Bibliotecari della Regione Sardegna: Monte Linas, Anglona-Gallura e Sarcidano- Barbagia di Seulo con i progetti di promozione alla lettura dedicati ad Antonio Gramsci e Andrea Camilleri, e con l’anteprima dello scorso ottobre alla casa circondariale di Uta.
- L’ottava edizione del festival Pazza idea è organizzata dall’Associazione Luna Scarlatta con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, del Comune di Cagliari (Assessorato alla Cultura e Spettacolo) e della Fondazione di Sardegna.