Lorenzo Fioramonti è il ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, dopo essere stato galoppino di Antonio Di Pietro. E che ministro, un vero esempio per
i nostri giovani oltre che per i professori.
Basta leggere cosa scriveva solo pochi anni fa quando era un oscuro professore di Economia politica: «Silvio Berlusconi? Un nano porta iella».
«Giuliano Ferrara? Un pezzo di m… con i denti separati».
«Daniela Santanchè? Tutta rifatta, le sputerei in faccia». E poi ancora riferimenti a Brunetta, che andrebbe manganellato e ai «pochi poliziotti per bene». Viene da chiedersi dove i Cinque Stelle abbiano pescato questo signore violento e sessista che appena insediato si è inventato la tassa sulle merendine e ha proposto di fare sparire i crocifissi dalle aule di tutte le scuole.
Non siamo moralisti, però credo ci sia un limite. Ognuno è libero di pensarla come crede, ma per fare il ministro della Scuola non si può pensarla come Fioramonti perché serve rispetto verso chi ha idee diverse dalle tue, serve educazione, e senso del limite, tutte requisiti che a questo signore sono mancati e mancano perché invecchiando certo non si migliora.
Del resto, per stare sul suo piano antropologico, basta guardarlo in faccia per capire di chi parliamo, tutta boria e arroganza. Giorni fa lo battezzammo «il nuovo Toninelli», ma oggi chiediamo scusa all’ ex ministro no Tav per l’ offesa.
Se dal passato recente di un qualsiasi ministro di un governo di centrodestra fossero emersi simili giudizi sarebbe scoppiata la rivoluzione con richieste di dimissioni immediate. Dubitiamo che ciò accada, il vento della sinistra è sempre profumato a prescindere dai miasmi che trasporta.
Ieri l’altro Stefano Fassina, ex viceministro e deputato della sinistra, è finito all’ospedale per le botte prese dai poliziotti durante un presidio sindacale a Roma. Siccome Salvini non è più ministro dell’Interno il fatto è passato quasi inosservato. Perché sotto un governo di sinistra si può picchiare un deputato di sinistra e la cosa finisce lì, sia in parlamento sia tra quegli intellettuali e giornalisti che urlarono al golpe fascista quando mesi fa la polizia rimosse alcuni striscioni anti Salvini affissi nelle vicinanze della piazza dove il leader della lega teneva un comizio.
Due pesi e due misure, in ogni campo.
Guai a dire che la ministra Teresa Bellanova veste kitsch ed è in carne, ma va bene – perché il sessismo inverso di genere e segno politico è solo satira – se si accusa in diretta tv Salvini di farsi fotografare in spiaggia in costume «che ha pure la pancia».
Poveri studenti
fonte: il giornale