“Se ciascuno di noi facesse il suo pezzettino, ci troveremmo in un mondo più bello senza neanche accorgercene”, diceva Teresa Sarti Strada, cofondatrice ed ex presidente di EMERGENCY: un invito a non voltare lo sguardo di fronte ai bisogni degli altri esseri umani e ad impegnarsi per costruire un mondo più giusto.
A dieci anni dalla sua scomparsa, l’organizzazione umanitaria che offre cure medico-chirurgiche alle vittime di guerra e della povertà, ha deciso di ricordarla riflettendo su questa frase, che rappresentava perfettamente il suo modo di vivere.
Domenica 1 settembre alle ore 21.00, il giardino di Casa EMERGENCY a Milano in Via Santa Croce 19, apre le porte al pubblico, per un concerto in sua memoria con le splendide voci di due grandi artiste della musica italiana, Fiorella Mannoia e Paola Turci.
Il concerto aperto a tutti ha per titolo ‘Cara Tere – Voci e musica per ricordare Teresa Sarti Strada’. L’evento sarà presentato da Massimo Cirri, giornalista di Rai Radio due, storico presentatore di Caterpillar.
Per quindici anni alla guida di EMERGENCY, Teresa Sarti Strada ha vissuto in prima persona l’apertura di molti ospedali, tra cui il Centro cardiochirurgico di eccellenza di EMERGENCY a Khartoum, in Sudan, che offre assistenza e chirurgia altamente qualificata in un’area abitata da 300 milioni di persone.
Amatissima dai volontari dell’associazione, Teresa si è sempre spesa per l’affermazione dei diritti umani e per la pace, per raccontare degli ospedali dell’associazione, le storie dei pazienti, inventandosi ogni giorno un modo per fare meglio e di più.
“Ho bisogno di ringraziarvi, – scrisse in una lettera ai volontari – perché questa impresa entusiasmante ma faticosa non sarebbe neanche pensabile se non ci foste voi, appassionati, critici, rompicoglioni, generosi. Con tutte le vostre proteste, sui massimi sistemi e sulle magliette a manica lunga e manica corta, con la vostra presenza negli angoli più improbabili, con la capacità di raccontare dal vivo ospedali che non avete mai visto, con le incazzature che rientrano, ma che mi (ci) invitano a aggiustare la rotta. GRAZIE, carissimi, anche per la faccia che avete quando ci incontriamo”.
Alberto Porcu Zanda