Francesi parenti serpenti, non per niente vengono definiti i “cugini” transalpini. Non stupisce la violenza dell’attacco di Macron all’Italia a
proposito della crisi della nave Aquarius: è in perfetta linea con una certa “tradizione” francese, anche recente. Pensiamo soltanto alla spocchia anti-italiana di Sarkozy. E non vengono in mente tanto le risatine con la Merkel alle spalle di Berlusconi. Viene in mente qualcosa di assai più serio e di più grave: la destabilizzazione della Libia di Gheddafi, con la quale l’Italia di Berlusconi era riuscita (sulla base anche della vecchia “diplomazia” Eni) a stabilire un proficuo partenariato per quanto riguardava l’approvvigionamento energetico e la gestione del flusso migranti. Tutto saltò in aria per le mire della Francia volte a scalzare l’Italia nel rapporto privilegiato con la Libia. Le conseguenze, come sappiamo, sono state devastanti. È da allora, da quando è saltata la barriera della Libia gheddafiana che ci troviamo in piena emergenza migrazioni. Ma per i francesi dovremmo sopportare da soli e senza fiatare le conseguenze del disordine politico da loro stessi provocato.
Non è solo il frutto della classica ipocrisia ideologica giacobina e buonista di marca transalpina, tutto è possibile quando si fa col culo degli altri. C’è anche e soprattutto la geopolitica di mezzo. La Francia, quando può, cerca di ridimensionare l’Italia perché la considera, da sempre, un pericoloso concorrente nel controllo dei flussi energetici e dei traffici marittimi nel fu Mare Nostrum. E non si tratta neanche di una storia recente, ma di una rivalità che risale al XIX secolo. E che si manifestò per la prima volta in modo eclatante quando la Francia, nel 1881, riuscì a farsi assegnare il protettorato in Tunisia nonostante i forti interessi dell’Italia nel Paese nordafricano. A nulla valse l’opposizione dell’allora governo presieduto da Benedetto Cairoli, che si dimise due settimane dopo a seguito di quell’insuccesso politico-diplomatico.
Insomma, è nota la spocchia francese verso tutti (compresi i tedeschi, di cui pure hanno gran paura). Ma, quando si parla di Mediterraneo e di Italia, l’arroganza francese raddoppia. È un vecchio complesso che i francesi non riescono proprio a superare.