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Francia. Pugno duro contro la protesta, studenti costretti ad inginocchiarsi e poliziotti pronti a sparare sui dimostranti

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La tensione in  Francia è altissima. Domani i gilet gialli sfileranno in tutto il Paese in quello che è già stato definito “l’assalto finale” a Emmanuel Macron.

Si temono nuovi scontri, feriti e morti, tanto che Benjamin Cauchy, portavoce dei “gilet gialli liberi”, l’ala moderata e aperta al dialogo con il presidente, ha detto: “Chiediamo ai francesi di non manifestare domani a Parigi, è una trappola“. Cauchy non parla esplicitamente, ma le sue preoccupazioni possono essere lette alla luce di altri timori, questa volta della polizia che ha paura, se la situazione dovesse precipitare, di dover sparare sulla folla

Studenti trattati come a Guantanamo

Fosse accaduto in Italia con Salvini ministro dell’Interno, probabilmente sarebbero intervenuti i caschi blu dell’Onu ma nella Francia del democratico Macron e la faccenda viene relegata ai media francesi come problema di ordine pubblico.

La Francia si interroga sui metodi del governo

Eppure i fatti, documentati ampiamente documentati con video, parlano chiaro. Si vede il fermo di oltre cento studenti in una scuola di Mantes-la-Jolie, nel dipartimento di Yvelines. Le immagini, diffuse sui social, mostrano gli studenti in ginocchio, con le mani dietro la testa. Attorno a loro, numerosi poliziotti in tenuta antisommossa. L’episodio, sta creando non poco imbarazzo nel governo francese. “Quali che siano le accuse, nulla giustifica questa umiliazione di minori”, ha detto il primo segretario del Partito socialista, Olivier Faure invitando i ministri dell’Interno, Christophe Castaner, e dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer, a “reagire rapidamente”. La stessa richiesta è arrivata da altri esponenti dell’opposizione che si chiedono “cosa possa giustificare una scena del genere” e “chi abbia dato l’ordine di farlo”. Il Difensore dei diritti ha fatto sapere che aprirà un’indagine sugli arresti. “L’indagine si concentrerà sulle condizioni in cui sono stati fermati gli studenti”, ha spiegato ricordando di avere la responsabilità di “assicurare il rispetto della deontologia”della polizia e difendere “il miglior interesse dei minori”.

Macron rischia grosso

La tensione è altissima. L’Eliseo per ora ha negato il ripristino dello stato d’emergenza come nel periodo della minaccia del terrorismo islamico. Ma la polizia si sente sempre più incapace di gestire la situazione. E sono molti a invocare l’intervento dell’esercito a sostegno delle forze dell’ordine. Soprattutto perché le proteste riguardano tutto il territorio francese e non solo alcune grandi città.

Ma chi invoca i militari non sono solo le forze dell’ordine, anche gli stessi manifestanti. E questo è un dato particolarmente interessante. Christophe Chalençon, uno dei portavoce dei gilet gialli della Vaucluse, ha dichiarato ai microfoni di France1 che il generale de Villiers “ha servito la Francia di sinistra o di destra. Oggi a capo del governo ci vuole un uomo di polso”. Un segnale molto importante sulle idee di alcuni segmenti del movimento. Il generale, capo delle forze armate, diede le dimissioni dal suo incarico dopo che furono annunciato i tagli alla Difesa. “Non mi lascerò fottere così dichiarò pubblicamente il generale. E adesso la piazza invoca il suo nome.

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