Dura campagna contro le aziende del Paese che obbligano in modo illegale le donne a vestire particolari ‘dress code’, che prevedono in primo luogo i tacchi alti.
Si tratta di una forma di discriminazione sessista da fermare al più presto secondo un rapporto redatto dal Women and Equalities Committee. Nonostante la pratica sia vietata dall’Equality Act del 2010, troppe società continuano a indicare un vestiario particolare alle loro dipendenti che in caso di rifiuto rischiano di perdere il posto.
Alcuni deputati invocato un inasprimento della legge e l’introduzione di sanzioni per le aziende che violano le regole. A denunciare per prima quanto accade fra le scrivanie del Regno era stata Nicola Thorp, receptionist licenziata perché si era presentata al lavoro con le scarpe basse, promotrice di una petizione che ha raccolto oltre 150 mila firme e verrà discussa in parlamento il 6 marzo.