Gli è rimasta solo la fantasia, a sinistra. In principio fu Renzi con i suoi tweet, diventati poi barzellette del web. Seguì la Fedeli, con la laurea che aveva e non aveva, il diploma che c’era e non c’era e i genitori che devono
prendere i figli a scuola. Spuntò pure la Boschi con la parità di stipendio tra calciatori a calciatrici. Non mancò all’appello la Boldrini, che volle sostituirsi all’Accademia della Crusca, introducendo nel vocabolario italiano le parole “sindaca” e “presidenta”, pena l’accusa di offesa verbale sessista. Li ricorderanno per questo, forse, in futuro. E Gentiloni? Mancava solo lui, in effetti. Ed eccolo adesso, pronto a prendersi la parte che gli spetta. Nel caos che regna nel mondo dell’istruzione, con i prof che lamentano stipendi troppo bassi, gli alunni che devono portare in classe persino la carte igienica, le aule che mancano e se ci sono fanno piuttosto schifo, lui – il presidente del Consiglio – “spara” un’idea rivoluzionaria: lo yoga nell’ora di ginnastica.
Gentiloni e lo yoga a scuola, l’ironia degli addetti ai lavori
Niente contro lo yoga, per carità. E’ una disciplina che – come dice Modi, premier indiano – «incarna l’unità di mente e corpo, pensiero e azione, armonia tra uomo e natura». Ma un piccolo sospetto c’è: Gentiloni a Delhi, incontrando proprio Modi, qualcosa doveva pur dire. E l’ha detta, inserendola nel memorandum firmato in India. Tutti a fare yoga, quindi, magari in qualche palestra arrangiata. Non a caso, arriva l’ironia di chi vive la scuola tutti i giorni. «La fantasia al potere: la ministra sulla vigilanza degli alunni, parlamentari che parlano e propongono lo psicologo nelle scuole e ora il presidente del Consiglio che propone la pratica dello yoga al posto dell’ora di ginnastica. Credo che le priorità siano altre», ha detto all’Adnkronos Rino Di Meglio, portavoce Nazionale Gilda Insegnanti. «Mi piacerebbe vedere una scuola dove si torni ad insegnare le materie fondamentali – ha sottolineato Di Meglio – necessarie alla formazione dei ragazzi. Vorrei vedere una scuola che non cada a pezzi, dove si possa studiare ed imparare senza pericoli: servono inclolumità fisica e mentale. Certo è che se una scuola volesse inserire lo yoga nel proprio orario potrebbe farlo – ha spiegato ancora Di Meglio – le scuole sono autonome e se hanno le risorse per farlo possono agire e decidere di inserire lo yoga tra le materie, ma ribadisco che le priorità sono altre. Insomma, tutti hanno diritto a sparare cazzate, anche il presidente del Consiglio».