Grande attesa (e sold out al botteghino) per Geppi Cucciari in tournée nell’Isola con “Perfetta”, ironico monologo scritto e diretto da Mattia Torre (uno degli autori di punta del panorama italiano, da “Boris” a “Parla con me”, prematuramente scomparso nel 2019).
Lo spettacolo è in cartellone mercoledì 15 e giovedì 16 maggio alle 21 al Teatro Costantino di Macomer per la Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa e venerdì 17 e sabato 18 maggio alle 20.30 e domenica 19 maggio alle 18 al Teatro Massimo di Cagliari sotto le insegne di “Pezzi Unici”, la rassegna “trasversa” organizzata dal CeDAC Sardegna.
Una pièce originale, ironica e coinvolgente per un insolito ritratto al femminile: la protagonista di “Perfetta” è una moderna donna in carriera, impegnata a conciliare il duplice ruolo di moglie e madre con l’attività lavorativa, alle prese con i mutamenti fisici e psichici legati al ciclo mestruale. Un tema insidioso e per certi versi ancora tabù, tra antichi pregiudizi e luoghi comuni che perdurano ancora a fronte di una maggiore conoscenza dei delicati equilibri tra corpo e mente, dei cambiamenti d’umore e del variare della sensibilità in corrispondenza con le diverse fasi che si susseguono nell’arco di quattro settimane, ovvero un mese lunare.
“Perfetta” – produzione ITC2000, con testo e regia di Mattia Torre, musiche di Paolo Fresu e abito di scena di Antonio Marras – rappresenta una sorta di “diario” in cui una donna registra i suoi stati d’animo sotto l’influenza del ciclo, tra sensazioni di benessere o stanchezza, maggiore o minore irritabilità: cronaca di quattro martedì apparentemente uguali, scanditi dagli stessi obblighi e ritmi, in cui il fattore determinante e (im)prevedibile è dato dagli ormoni, che alterano atteggiamenti e comportamenti della protagonista, influenzando le sue reazioni e perfino il suo sguardo sul mondo.
Una storia “normale” e insieme emblematica, affidata al talento e alla vis comica della poliedrica artista: Geppi Cucciari interpreta «una venditrice d’automobili… che conduce una vita regolare nella quale trovano posto il lavoro, la famiglia, gli impegni e moltissime responsabilità» in un monologo che alterna – si legge nelle note di presentazione – «sferzate di comicità e satira di costume, ma anche riflessioni più amare e profonde, in un delicato tentativo di consapevolezza e di empowerment femminile di cui sembra esserci un grande bisogno nel nostro tempo».