Site icon CAGLIARI POST

Il Ghana in emergenza: i cittadini defecano all’aperto

In Ghana è molto diffuso il vizio di defecare all’aperto. E la World Bank lo aveva messo nero su bianco in un report per

valutarne i danni all’economia del Paese. In totale fanno 79 milioni di dollari l’anno.

Il fatto è che nello Stato africano 1 ghanese  su 5 defeca all’aperto e solo una casa ogni sette ha un bagno al suo interno (4,8 milioni di persone devono andare in bagno all’aperto). Ci sarà un motivo se il Ghana è stato classificato come il 7 Paese più sporco del mondo. Il tema continua ad essere una emergenza nazionale. Rushnan Murtaza, rappresentante dell’Unicef nella capitale, in occasione del lancio della “Campagna di Igiene Nazionale”, ha detto che se il governo non prende una decisione rapida ci potrebbero volere 90 anni per risolvere la situazione. E così il presidente Nana Addo Dankwa Akufo-Addo ha dato il suo appoggio alla campagna “Manteniamo il Ghana pulito: fai la tua parte”.

Secondo il rapporto della Banca Mondiale, circa il 74% dei costi correlati alla spiacevole pratica, proviene dalla morte prematura di 19.000 ghanesi l’anno a causa di complicazioni legate alla diarrea, di cui 5.100 sono bambini sotto i 5 anni, e che quasi il 90% di queste morti è direttamente attribuibile a acqua infetta e mancanza di igiene. “Conosciamo da tempo l’impatto delle scarse condizioni igienico-sanitarie sulla salute, ma questo è uno dei primi studi per quantificarne i costi annuali – disse Yolande Coombes, specialista in acqua e servizi igienico-sanitari della World Bank – il Ghana non sarà in grado di crescere in modo sostenibile senza affrontare questi costi“.

Per molte persone in Ghana – ha detto David Duncan, responsabile di WASH (Water, Sanitation and Hygiene) nell’ufficio dell’UNICEF in Ghana – questo è normale, in particolare nel nord del paese, dove circa 3 famiglie su 4 devono effettivamente recarsi nella boscaglia per andare al bagno. Per loro è normale, è il loro modo di vivere da generazioni, quindi è necessario un cambiamento culturale per superare il problema“.

fonte il giornale

print
Exit mobile version