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Le proposte operative per il Terzo settore avanzate da Tiziana Mori nella giornata mondiale della Giustizia sociale
La povertà educativa rappresenta una delle più gravi emergenze sociali in Italia. Come evidenziato dal recente rapporto di Openpolis, nel 2023 oltre 1,3 milioni di bambini vivevano in condizioni di povertà assoluta (13,8%), con un’incidenza ancora più elevata nel Mezzogiorno (15,5%).
Questa condizione è strettamente legata al fenomeno del lavoro povero, ovvero la situazione in cui, pur avendo un’occupazione, una famiglia non riesce a garantire ai propri figli un livello di vita adeguato, comprese le opportunità educative e sociali.
“La Sardegna non è esente da questa problematica”, sottolinea Tiziana Mori, Responsabile Dipartimento Famiglia, Salute, Lavoro, Europa per la Associazione Arka Eventi culturali: infatti, “secondo i dati ISTAT riportati da Openpolis, il 50,8% delle famiglie con figli si trova in una condizione di bassa intensità lavorativa, un dato allarmante che indica come molti genitori, pur essendo in età lavorativa, non riescano ad accedere a un impiego stabile o ben retribuito. Questo fenomeno, unito alla bassa occupazione femminile e alla diffusione del lavoro sommerso, impedisce a molte famiglie di offrire ai propri figli le risorse educative necessarie per il loro sviluppo”.
Lavoro dignitoso ed equità sociale per contrastare la povertà educativa sono perciò gli obiettivi da portare avanti secondo la ricercatrice sarda.
Prosegue Mori: “l’accesso a un’istruzione di qualità non può essere un privilegio, ma un diritto fondamentale per ogni bambino”, soprattutto “se le condizioni di partenza delle famiglie sono profondamente diseguali, accade che le opportunità educative si riducano drasticamente, creando un circolo vizioso di esclusione sociale.”
Come si evince dal rapporto Openpolis del 2024, l’Italia è uno dei paesi europei con minore mobilità sociale: chi nasce in una famiglia povera ha pochissime possibilità di migliorare la propria condizione economica e sociale. Il risultato è che la povertà educativa diventa un ostacolo insormontabile per le nuove generazioni. I dati parlano chiaro: nel 2023, il 70,5% dei minori non ha mai frequentato una biblioteca e il 39,2% non ha praticato attività sportive, con impatti devastanti sulla loro crescita culturale e psicofisica.
Quali soluzioni per la Sardegna propone quindi Tiziana Mori, ricercatrice specializzata con Dottorato di ricerca in Promozione e tutela dei diritti dell’infanzia:
“Di fronte a questo scenario, è urgente rafforzare i servizi educativi e sociali, con un’attenzione particolare alle realtà dove le disuguaglianze economiche e lavorative incidono pesantemente sulle opportunità educative dei più giovani.
Per contrastare la povertà educativa servono politiche integrate, tra cui con il gruppo di lavoro di Arka da me coordinato abbiamo individuato:
– Investimenti nell’istruzione, garantendo infrastrutture adeguate e un’offerta formativa di qualità in tutto il territorio, anche nelle zone più periferiche.
– Sostegno alle famiglie con minori, attraverso incentivi economici e servizi accessibili per contrastare la povertà assoluta.
– Promozione dell’occupazione femminile e di qualità, per aumentare il reddito familiare e ridurre il divario di opportunità per i bambini.
✅ Maggiore accesso a sport, cultura e attività extrascolastiche, strumenti fondamentali per lo sviluppo delle competenze e dell’inclusione sociale.
Conclude Mori che “la Giornata mondiale della giustizia sociale del 20 febbraio deve essere un’occasione per ribadire che l’equità educativa è la chiave per una società più giusta. È il momento di passare dalle analisi alle azioni concrete.