Giulia Grillo rompe il silenzio e, con una nota tranquillizza gli italiani: «Nessun passo indietro sull’obbligo vaccinale». Per essere iscritti ai nidi e alla scuola dell’infanzia i bambini dovranno essere vaccinati e i genitori «dovranno ancora presentare le certificazioni».
Rinviando l’obbligo al 2019-2020, il governo ha smontato un pezzo della legge Lorenzin. E adesso le opposizioni e il mondo scientifico temono che sia il primo passo verso lo scardinamento delle politiche di prevenzione.
Adirata per i «toni da guerra di religione», Giulia Grillo ricorda come la proposta del rinvio sia una iniziativa parlamentare e non governativa e spiega le novità: «È stata sospesa per un anno una delle tre forme sanzionatorie previste dalla stessa legge Lorenzin, che prevede il non accesso dei bimbi non vaccinati agli asili nido e alle scuole materne».
E proprio qui sta il problema, accusano i sostenitori dell’obbligo. È che i bambini non vaccinati mettono a rischio i compagni più fragili. Altrettanto allarmate sono le famiglie dei piccoli trapiantati. Un gruppo di mamme di bambini immunodepressi ha scritto una lettera accorata, ricordando che i loro figli possono andare a scuola «in sicurezza» solo se i compagni sono vaccinati: «Si vuole giocare sulla pelle dei nostri bambini? Noi non ci stiamo». La lettera, sul profilo Facebook «Io Vaccino», sarà inviata a tutti i parlamentari e i cittadini potranno sottoscriverla. «Garantiremo a tutti i bambini immunodepressi l’adeguata collocazione in classi in cui è assicurata la copertura vaccinale», risponde la ministra. E si impegna a fare «di tutto» per la «promozione attiva» delle vaccinazioni. Il prossimo step è il disegno di legge del M5S, «che prevede un obbligo flessibile nel tempo e nello spazio».