“Lo schiaffo della Glencore ai lavoratori, alla Regione e al Governo non può restare impunito, dalla forza della risposta che arriverà dalle istituzioni si misurerà la loro coerenza rispetto agli impegni presi anche nell’ultimo incontro a Roma e in vista del sopralluogo dei tecnici ministeriali oggi nello stabilimento”: così il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante commenta la comunicazione arrivata proprio stamattina alle rsu, ovvero che lunedì 23 chiuderà completamente e in anticipo la linea zinco. “La multinazionale, prima ancora della visita tecnica programmata per capire come rilanciare lo stabilimento, in spregio a un intero territorio, a una regione e al paese nei quali ha fatto profitti per decenni, ne certifica la fine, pensando di potersene andare lasciando macerie e senza pagare pegno. Così facendo la Glencore dimostra la totale assenza di senso di responsabilità sociale”.
Per la Cgil regionale le istituzioni a ogni livello, il Governo nazionale prima di tutto, hanno gli strumenti per sanzionare severamente la multinazionale e non possono più rimandare l’esercizio di un ruolo forte che fino a qui non è stato evidentemente esercitato fino in fondo: “Occorre dimostrare con i fatti alla Glencore che quelle produzioni strategiche possono sopravvivere con un nuovo investitore e che, in ogni caso, la multinazionale deve saldare ogni ipotetico ed eventuale debito, di qualsiasi natura, abbia sul territorio, e che, in assenza di queste condizioni, non c’è alcuna disponibilità a discutere di altri progetti”. Le produzioni che Glencore vuole realizzare altrove in Europa ma non più in Sardegna, sono di grande importanza per l’industria e l’economia italiana. Spetta innanzitutto al Governo far sì che questo importante patrimonio di professionalità e di capacità industriale rimanga nell’Isola.
“In palese violazione degli impegni assunti durante l’ultimo incontro con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la Regione Sardegna e le parti sociali, Glencore ha comunicato l’anticipazione della chiusura della linea di produzione dello zinco nello stabilimento di Portovesme a partire da lunedì 23 dicembre, anziché il 31 dicembre come precedentemente concordato. Questa decisione unilaterale compromette gravemente le possibilità di accesso agli impianti da parte di potenziali investitori interessati all’acquisizione e al rilancio delle attività produttive, mina profondamente il rapporto di fiducia tra le parti coinvolte e mette ulteriormente a rischio la già fragile pace sociale nel territorio del Sulcis Iglesiente, con pesanti ripercussioni economiche e occupazionali per circa 1.200 lavoratori, tra diretti e indiretti”. Lo afferma il segretario generale della Cisl, Pier Luigi Ledda. “Questa scelta arbitraria da parte di Glencore rappresenta un colpo inaccettabile per il Sulcis e per l’intera regione. Il Governo e la Regione devono intervenire immediatamente per richiamare l’azienda agli impegni presi. Non possiamo permettere che venga calpestata la dignità dei lavoratori e che venga compromesso il futuro industriale di un intero territorio. La Cisl nazionale – prosegue Ledda -, insieme alla Cisl sarda e alle strutture territoriali, chiede un intervento urgente del Governo affinché Glencore venga ricondotta al rispetto degli accordi presi, creando le condizioni necessarie per favorire l’ingresso di nuovi soggetti imprenditoriali e rilanciare le produzioni dello stabilimento di Portovesme”.