Nel lasciare Olbia, Goletta Verde commenta le ultime dichiarazioni del Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani e di Enel che sembrano aver compreso finalmente quale sia l’unico futuro possibile per la Sardegna in grado di garantire uno sviluppo sostenibile per tutto il territorio.
Elettrificazione dei consumi, sviluppo di almeno 5 GW di nuova potenza e sistemi di accumulo, affiancati dallo sviluppo della rete elettrica, rendono possibile, finalmente, immaginare un futuro green e sostenibile.
“La Sardegna può davvero ambire a diventare la prima grande isola 100% rinnovabile, a emissioni nette pari a zero – commenta Marta Battaglia, Direttrice di Legambiente Sardegna. Per arrivare agli obiettivi di decarbonizzazione è però importante non solo avere chiara una strategia energetica, ma pianificare subito la chiusura delle centrali a fonti fossili, affrontando il tema del lavoro e delle bonifiche. Dobbiamo agire in maniera spedita sulle rinnovabili, anche dimostrando che possiamo raggiungere il 100% con un uso modesto e limitato nel tempo dei depositi costieri di GNL, con nuovi impianti, l’implementazione della rete e la sua stabilità, anche attraverso il Tyrrhenian Link di Terna. Infine, è imperativo rafforzare il coinvolgimento delle istituzioni locali e dei cittadini e delle cittadine, considerando anche il ruolo strategico che potranno giocare gli impianti eolici, le comunità energetiche, l’agrivoltaico e l’efficienza energetica degli edifici”.
Ci auguriamo che l’interesse manifestato dal Presidente della Regione Sardegna Christian Solinas si traduca da subito in iniziative concrete per superare i ritardi della Regione nella pianificazione innovativa dello sviluppo delle rinnovabili in maniera da conseguire l’obiettivo per un’Isola Green in anticipo sugli obiettivi nazionali ed europei, che rappresenta un elemento di assoluto interesse sia per i sardi che ne trarrebbero benefici di carattere economico sul costo in bolletta, sia per il turismo, una delle voci principali del prodotto interno lordo sardo.
Oggi la Sardegna consuma circa 9,2 TWh/anno di energia elettrica (dato Terna al 2019), soddisfatta per il 71,3% da fonti fossili e le rinnovabili, sono in grado di produrre 3,2 TWh. Il contributo più importante arriva dalla fonte eolica, con 2 TWh/a di produzione, seguita dal solare fotovoltaico con 1 TWh/a, dalla fonte idroelettrica e dalle bioenergie ciascuna con una produzione di 0,3 TWh/a. Senza dimenticare il contributo dei pompaggi, poco utilizzati, pari a 0,1 TWh/a.
“Per realizzare il sogno del 100% rinnovabile – dichiara Katiuscia Eroe, Responsabile Energia di Legambiente – si deve subito puntare sull’eolico a terra di nuova generazione e offshore, sul solare, con riferimento anche all’agrivoltaico ben progettato, sulla valorizzazione e sviluppo degli accumuli e dei pompaggi, e sull’elettrificazione dei consumi termici residenziali e della mobilità. È fondamentale per la decarbonizzazione e la lotta alla crisi climatica superare posizioni ideologiche e blocchi insensati, con ricadute importanti anche per il settore occupazionale, garantendo percorsi di informazione, confronto e partecipazione con la cittadinanza e i territori. La transizione energetica imporrà cambiamenti importanti che coinvolgeranno ogni territorio, anche in tema di paesaggi. Per questo è fondamentale stabilire regole certe e trasparenti, anche nella partecipazione dei territori e dal basso, per dare certezze di qualità e sostenibilità degli impianti, sapendo che quello perfetto non esiste, ma che di fronte a noi abbiamo obiettivi importanti per la salvaguardia del nostro Pianeta. E su questo gli ultimi dati dell’IPCC non sono particolarmente confortanti.”
Nel progetto di una Sardegna Isola Green, è necessario, infatti, accelerare le installazioni degli impianti inspiegabilmente fermi, compreso l’impianto eolico offshore del Sulcis progettato a 35 km dalla costa di Carloforte e composto da 42 pale eoliche per 504 MW di potenza e che vede la bocciatura della Regione e di 7 Comuni. A questo si aggiungono i 25 nuovi progetti alla VIA nazionale, compreso il progetto di repowering Ploaghe/Nulvi che prevede la dismissione degli attuali aerogeneratori e la realizzazione di 27 nuovi aerogeneratori da 4,5 MW per complessivi 121,50 MW. Progetto bocciato dalla Soprintendenza, sostenuta dal TAR, e oggi in attesa del ricorso al Consiglio di Stato fatto da Comune e proponente.