Governo, effetto Savona vince Bruxelles, Conte ha rimesso il mandato: “Ho profuso tutto il mio impegno”

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Giuseppe Conte ha rimesso il mandato per la formazione del governo. Questo l’esito dell’incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L’annuncio è stato dato dato dal segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti. “Il presidente della Repubblica ha ricevuto oggi pomeriggio il professor Giuseppe Conte, il quale sciogliendo la riserva formulata ha rimesso l’incarico di formare il governo, conferitogli il 23 maggio scorso. Il presidente della Repubblica lo ha ringraziato per l’impegno posto per l’adempimento del suo mandato”.

Fonti M5S e Lega avevano anticipato la fumata nera: il capo dello Stato ha posto “il veto su Paolo Savona”, nome confermato invece dal leader della Lega nell’incontro avuto nel pomeriggio con Mattarella. Da parte del presidente della Repubblica, rileva però il Quirinale, non ci sono “veti” sui nomi di ministri, ma c’è su questi, semmai, un “irrigidimento” delle forze politiche.

Il braccio di ferro su Savona non è stato dunque superato. E’ il nome attorno al quale il Carroccio ha fatto quadrato. Ed è su di lui che Salvini ha messo un punto di non ritorno. Tanto che il leader della Lega parla già con toni da campagna elettorale: “Se qualcuno si prenderà la responsabilità di non far nascere un governo pronto a lavorare domani mattina lo vada a spiegare a 60 milioni di italiani”.

Salvini: “In un governo condizionato dall’Ue non c’è la Lega”

“Sono stato da Mattarella prima di venire qua- dice il leader della Lega-. Abbiamo lavorato per settimane, giorno e notte, cercando di trovare un accordo sul programma”.  “In questi minuti il presidente del Consiglio dei ministri sta presentando una lista di ministri che da domani vorrebbe o avrebbe voluto trasformare in realtà la speranza di milioni di italiani. Per me un principio viene prima di tutto: per l’Italia decidono gli italiani – prosegue -. Se siamo invece in un recinto e abbiamo la catena e non possiamo mettere un ministro (Paolo Savona, ndr) che non va bene a Berlino non va bene. Se un ministro non sta bene a Berlino vuol dire che è il ministro giusto. Se c’è questo ministro il governo parte, se ci sono ministri condizionati da altri paesi il governo con la Lega non parte”.

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Giorgio Lecis

Giornalista. Direttore responsabile
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