Rstoranti che si reinventano bistrot, trattorie che abbracciano lo stile contemporaneo, enoteche che sperimentano nuovi concept culinari: il mondo della ristorazione sta vivendo una metamorfosi che riflette un cambiamento profondo nel modo in cui gli italiani vivono l’esperienza culinaria fuori casa. Un’esperienza sempre più influenzata da ritmi di vita frenetici e dall’onnipresenza della tecnologia che riduce la capacità attentiva.
Sono queste le principali tendenze che emergono nella nuova Guida Ristoranti d’Italia 2025 che segna una svolta presentandosi rinnovata nella grafica – con immagini di paesaggi e dei piatti regionali della tradizione – e nella lettura – con nuovi simboli – come il razzo per le avanguardie e lo smile per il miglior rapporto qualità/prezzo – per condurre il lettore in un viaggio attraverso l’evoluzione della ristorazione italiana, celebrando tradizione, innovazione e creatività.
Sono 2.425 i locali censiti dalla Guida, tra ristoranti, trattorie, wine bar, bistrot, locali internazionali. 400 le novità che debuttano quest’anno. Sono 70 le insegne in Guida, distribuite tra le diverse province ma con una forte predominanza in eccellenze cagliaritane. A colpire, i nuovi debutti in guida, ben 16 a testimoniare una vivacità crescente della cucina isolana, sempre più aperta a contaminazioni e innovazione. A brillare in Sardegna sono soprattutto le osterie, con due a pieno punteggio.
I due ristoraranti da Tre Gamberi sono Abbamele Osteria a Mamoiada (NU) e Arieddas – La Cucina della Marmilla a Sanluri. Per quanto riguarda il locale barbaricino, Mauro Ladu, con la sua visione fortemente orientata al prodotto e al territorio, è riuscito a creare un progetto gastronomico affiancato dalla moglie Sara Tavolacci con una cucina che celebra l’essenza del territorio. I piatti, nella loro semplicità̀, rivelano complessità̀, carattere e una chiara visione dell’identità̀ che appartiene ad Abbamele, termine in lingua sarda usato per indicare il prodotto ottenuto dalla spremitura dei favi. Due menu degustazione, uno da 4 portate e uno da 6, che permettono di viaggiare attraverso la testa e la mano di Ladu. Menzione speciale per la carta dei vini.
Arieddas, nel cuore della Marmilla, è un luogo che incarna l’essenza della Sardegna contemporanea. È l’insegna della Cantina Su’Entu, e regala un ambiente che fonde tradizione e modernità. La cucina, guidata dallo chef di origine pugliese Francesco Vitale celebra le materie prime locali con un menu che evoca la convivialità dei pranzi familiari e spazia dalle paste tradizionali come lorighittas e filindeu, alle carni di allevamenti bradi cotte alla brace, senza dimenticare ortaggi e verdure, che arrivano quasi sempre dalla loro tenuta. Buonissima l’anguria alla brace con basilico pecorino e mandorle, da non perdere la tempura di lumache salsa verde foglie scottate e rucola, menzione speciale per l’uovo della festa, un uovo all’occhio di bue con pomodoro arrosto, pecorino e basilico. L’esperienza è arricchita dall’artigianato locale presente nelle ceramiche e nei tessuti che completano il quadro dell’atmosfera rilassata ma curatissima di una sala che affaccia sulle vigne.
La lista dei nuovi ingressi prevede:
- Rafel ad Alghero (SS)
- Neràc ad Alghero (SS)
- Locanda di Corte a Bosa (OR)
- Casa Clàt Cagliari
- Gaijin Izakay Cagliari
- Salsamenteria Cagliari
- Taverna Bonora Cagliari
- La Terrazza Bistrot e Vineria Capoterra (CA)
- Themari dell’Hotel Nuraghe Arvu a Dorgali (NU)
- La Spigola a Golfo Aranci (SS)
- Al PeCo a Oristano
- Il Paguro dell’Hotel Capo d’Orso a Palau (SS)
- Confusion a Porto Cervo (SS)
- Raices a Sant’Antioco (SU)
- Da Thomas a Santa Teresa Gallura (SS)
- Osteria De’ Mercatia Sassari
Tra le altre cucine a brillare, oltre alle succitate, ci sono La saletta ad Alghero, Luigi Pomata e Terra dell’Hotel Palazzo Tirso a Cagliari, Il Fuoco sacro del Petra Segreta Resort a Olbia e Fradis Minoris a Pula, che ottiene anche una speciale menzione come Forchetta Verde.
Lo smile per il miglior Rapporto Qualità/Prezzo va invece a Amano di Cagliari, una delle recenti aperture in città dove lo chef, campano, mette senza dubbio al centro il prodotto e basa la sua cucina sulle materie prime mediterranee con un occhio attento alla regione.