Hermes-Sp è il risultato dell’ottimo lavoro di Luciano Burderi (docente al Dipartimento di Fisica dell’Università di Cagliar) e del suo collega Fabrizio Fiore dell’INAF. Si tratta di un progetto innovativo con costi relativamente ridotti, che prevede la realizzazione di tre nano-satelliti, equipaggiati con rivelatori in banda X ad alta tecnologia e di piccole dimensioni. Sarà dunque realizzata una costellazione – dal nome appunto di HERMES-SP – dedicata all’osservazione di Gamma Ray Burst (GRB), che sarà in grado entro pochi anni di localizzare le enormi esplosioni cosmiche con una precisione variabile tra pochi gradi e qualche minuto d’arco.
Hermes- SP è una risposta alla necessità di monitorare con continuità l’intera volta celeste, individuare tempestivamente e localizzare precisamente il maggior numero di eventi cosmici e di trasmetterne velocemente le caratteristiche alla comunità scientifica. Si muove nel campo dei “fractionated sensors”, dove il potenziamento della misura avviene tramite un numero elevato di sensori spazialmente distribuiti e imbarcati su piattaforme satellitari piccole e snelle, che consentono una notevole flessibilità produttiva e programmatica lungo tutto l’arco di vita della missione.
“Hermes può offrire una fast-track meno costosa rispetto a quella fornita dagli attuali satelliti che osservano in banda X e gamma – spiegano i due scienziati – per fornire un complemento a queste missioni complesse”.
I tre nano-satelliti, che voleranno in formazione, si aggiungeranno ad altri tre analoghi in fase di realizzazione da parte di ASI, che sta già finanziando il progetto HERMES-Technological Pathfinder (HERMES-TP), precursore di HERMES-SP e selezionato dal MIUR nell’ambito dei progetti Premiali. A questo progetto partecipa un team composto, da enti di ricerca nazionali (Agenzia Spaziale Italiana, Istituto Nazionale di Astrofisica, Istituto Nazionale di Alta Matematica) e numerose università (Università Cagliari, Politecnico di Milano, Università di Palermo,per citare le principali). Per parte ASI, che coordina Politecnico e INAF, il supporto tecnico è a cura di Simone Pirrotta e Simonetta Puccetti.
Saranno quindi sei i nano-satelliti che andranno a comporre la futura costellazione satellitare HERMES-Full Constellation (HFC) dedicata alla localizzazione tempestiva di esplosioni cosmiche attraverso il rilevamento di emissioni elettromagnetiche ad alta energia, osservando l’intera volta celeste.
Dello sviluppo del sensore miniaturizzato di nuovissima generazione, e dell’elaborazione dei dati scientifici con esso ottenibili, si stanno occupando Marco Feroci e Claudio Labanti dell’INAF, Luciano Burderi, che coordina il gruppo composto da Andrea Sanna ed Alessandro Riggio, dell’Università di Cagliari, Tiziana Di Salvo dell’Università di Palermo.
Il gruppo di Michèle Lavagna del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano svilupperà e costruirà le piattaforme di volo miniaturizzate ad alta prestazione, integrerà gli strumenti a bordo e qualificherà l’intero sistema per l’accettazione al lancio in orbita.
“I requisiti scientifici di HERMES rappresentano un’interessante sfida tecnologica per portare le piattaforme di piccole dimensioni non solo verso prestazioni più spinte – aggiunge Lavagna, responsabile di HERMES-SP ed HERMES-TP per il Politecnico di Milano – ma in modo deciso verso la realizzazione di tecnologie più affidabili di quanto il mercato dei nano-satelliti correntemente può offrire”. In ultimo, in collaborazione con Fabrizio Ferrandi del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, sarà realizzato il software di bordo. In sintesi, HERMES è un progetto naturalmente scalabile, perché basato su nano-satelliti relativamente poco costosi e con un tempo di sviluppo di soli pochi anni.
Il primo passo è stato l’approvazione del progetto HERMES-TP. HERMES-SP è il secondo importante passo, che permetterà di effettuare esperimenti di posizionamento di GRB a partire dal 2021. Il passo finale sarà la realizzazione di una grande costellazione di nano-satelliti, il progetto HERMES-Full Constellation (HFC), che permetterà di rivelare e posizionare Gamma Ray Burst su tutta la volta celeste, con accuratezza minore dell’arco-minuto, sufficientemente buona quindi per determinare le loro galassie ospiti in maniera non ambigua.