Con un corposo e dettagliato documento di analisi della situazione sarda, con spunti di riflessione e proposte, la delegazione della Cisl sarda, guidata dal neosegretario Pier Luigi Ledda, si è presentata oggi al primo confronto della legislatura con la presidente della Regione, Alessandra Todde.
Per il sindacato la ripresa economica e produttiva è ancora lontana, gli indicatori economici, produttivi, sociali e del mercato del lavoro attestano una situazione di sostanziale difficoltà e crisi. Nonostante alcuni segnali di ripresa in alcuni indicatori, (Pil, occupazione tendenzialmente ancora precaria, con un tasso di disoccupazione ancora molto alto), una lettura pluriennale dei dati evidenzia il permanere di una crisi produttiva che non consente di ritornare al periodo pre crisi.
“La Sardegna – ha detto il segretario Ledda – resta tra le regioni più povere della Unione Europea, con un PIL al di sotto della media UE, con una forza lavoro in diminuzione e con un’occupazione fortemente caratterizzata dal lavoro precario e stagionale. Registriamo un livello mediocre e inadeguato delle infrastrutture materiali e immateriali dell’isola – ha detto ancora Ledda -, che penalizzano oltre misura la capacità competitiva del sistema Sardegna”.
A conferma della difficile situazione che vive la regione ci sono i dati sulla disoccupazione giovanile e lo scarto reddituale generazionale, il decremento demografico, l’emigrazione di giovani laureati e diplomati, l’abbandono e la dispersione scolastica, la disoccupazione di lunga durata. C’è poi la questione dello spopolamento delle aree interne e dei comuni demograficamente minori, “non risolvibile – per il sindacato – con soluzioni estemporanee, ma con il miglioramento dei servizi primari (sanità, scuola, trasporti), con specifici programmi e interventi a favore dell’agricoltura e dell’allevamento, del turismo, della piccola media industria, con nuove misure e strumenti a favore del lavoro dei giovani, sostenendone la permanenza con incentivi per le loro abitazioni, e valorizzando e rivitalizzando le comunità sul versante di beni ambientali e culturali”.
“Occorre riprogrammare la spendita delle risorse disponibili – ha spiegato il segretario Ledda -, con un progetto che coinvolga tutti gli assessorati, evitando frammentazioni che non inquadrerebbero collegialmente la visione del futuro della Sardegna. Va bene, per quanto ci riguarda, l’ipotesi di rivisitare lo Statuto espressa dalla presidente Todde: sia questa modifica che l’auspicabile Riforma della Regione, non possono, però, passare solo dal Consiglio Regionale, ma devono vedere protagonisti tutti i soggetti economici, sociali, di rappresentanza e gli EE.LL, in un’ottica di visione collettiva e condivisa del futuro della nostra Isola”
Per la Cisl sarda “è necessaria una nuova stagione politica, istituzionale, sociale dell’Isola attraverso la riproposizione della questione Sarda e il rilancio dell’autonomia e del rapporto con lo Stato e l’Unione Europea, rimettendo però al centro delle attenzioni della nostra società e della politica il valore del lavoro.
Sanità, trasporti, energia sono i settori dove occorre intervenire subito: “sono tante le questioni aperte e irrisolte – secondo Ledda -, che non troveranno certo soluzioni in pochi mesi per la complessità dei problemi, ma che comunque necessitano di un’assunzione di responsabilità e di essere affrontati, sin da subito, mettendo in campo scelte e decisioni operative”. Per quanto riguarda la sanità, è bene, per il sindacato, che non si punti su una ennesima riforma, ma su una riorganizzazione del sistema. “Vanno orientate e spese al meglio le risorse non utilizzate dall’ultima Giunta – ha proposto il segretario della Cisl -, riprogrammarle in un’ottica di riduzione delle liste d’attesa, di rilancio concreto e diffuso della medicina territoriale e di funzionamento più moderno e adeguato delle Aziende sanitarie. Servono più medici e più personale nel sistema sanitario e sociosanitario, in una logica di pari condizioni tra territori e per garantire livelli accettabili di cure e prevenzione in tutta l’Isola”.
Sul fronte dei trasporti, Ledda ha sottolineato “l’urgenza di definire le annose criticità, sia sul fronte dei trasporti interni che quelli esterni, a partire dalla grande attesa di conoscere, a ottobre 2025, quella che sarà la nuova Continuità Territoriale”. Industria ed energia per il sindacato “sono tra loro intimamente collegate e vanno affrontate con grande convinzione e impegno, in quanto asset fondamentali per il rilancio dell’economia dell’isola, creando le condizioni anche attraverso strumenti di condivisione e partecipazione”.
Un nuovo sistema di relazioni, fatte di dialogo e confronto permanente con la Regione: “alla presidente Todde e alla Giunta – ha concluso il leader della Cisl sarda – abbiamo chiesto un metodo di confronto partecipativo, stabile e strutturale, adeguato ai bisogni e alle emergenze. Sui singoli punti ci aspettiamo che ci sia il massimo coinvolgimento del sindacato, perché è con il dialogo e la partecipazione che si possono migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei sardi”.
“Un Patto per il Lavoro e la trasformazione economica e sociale della Sardegna dentro il quale costruire una prospettiva solida nel più breve tempo possibile ripartendo da un metodo di confronto che coinvolga le energie del mondo del lavoro”: è una delle richieste avanzate dal segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante alla presidente della Regione nel corso del confronto in mattinata. Una proposta accolta e rilanciata dalla presidente Todde in chiusura, quando ha preso l’impegno di convocare un tavolo istituzionale con i tre principali sindacati una volta al mese, per condividere le strategie anche con l’obiettivo di arrivare a stilare quel Patto per il Lavoro.
Su temi e priorità affrontati in apertura dalla Presidente c’è chiaramente condivisione: “Le emergenze come sanità, transizione energetica, continuità territoriale e trasporti, infrastrutture, spopolamento e aree interne sono evidenti e occorre certamente affrontarle con un piglio diverso sapendo che sarà un lavoro impegnativo” – ha detto Durante prima di affrontare alcuni temi specifici.
Sulla questione energetica il segretario Cgil ha detto: “È urgente recuperare gli ultimi cinque anni perché hanno bruciato progetti e investimenti e andare spediti in tempi rapidissimi verso la realizzazione dei rigassificatori e della rete dorsale che garantisca pari opportunità a tutti i territori dell’Isola, partendo dal presupposto che quell’infrastruttura dovrà essere predisposta sin da subito per trasportare prima il metano e poi l’idrogeno”.
L’appello è “fare il più in fretta possibile oltre che bene”: un’urgenza strettamente legata alle vertenze industriali sulle quali il segretario ha invitato la presidente a sollecitare la riapertura di tutti i tavoli con il Mimit: “Su Eurallumina occorre dar corso al confronto entro il 31 maggio – ha ricordato – così come è urgente discutere delle prospettive della chimica verde a Porto Torres e riavviare i tavoli su Sider Alloys e Portovesme srl, magari cercando di affrontare le situazioni di crisi attraverso una visione complessiva che risolva il tema generale dei costi dell’energia”.
La Cgil condivide l’importanza di sviluppare tecnologie e interventi sulla nautica delle quali ha parlato la presidente e rilancia la necessità di una nuova capacità programmatoria, in particolare in riferimento ai piani e fondi disponibili (pnrr, fondi strutturali, jtf): “Una mole ingente di risorse che ha bisogno di condivisione, lungimiranza e competenze per essere messa a frutto, non certo di un Centro di programmazione senza guida”.
Ed è proprio nell’ottica dell’attività di programmazione che la Cgil chiede di costituire una Agenzia regionale per lo sviluppo industriale con un Fondo speciale dedicato per affrontare la transizione industriale e energetica sotto tutti i punti di vista, anche considerando che il sistema di ammortizzatori attualmente disponibile non è sufficiente e ci sarà bisogno di tempo per fare due cose indispensabili, eccole: “Una transizione che metta al riparo il reddito e il benessere dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolti, e che fornisca loro la formazione e quindi le competenze necessarie a metterli nelle condizioni di dominare le tecnologie e non di esserne spettatori passivi”.
Dentro questo quadro occorrerà poi ragionare dei temi legati alla salute e alla sicurezza, agli appalti e alla ridefinizione del ruolo e del protagonismo di importanti agenzie, da rilanciare, come la Sfirs ad esempio, le cui potenzialità sono decisamente inespresse, di realtà come il Crs4, con attenzione anche alla condizione delle lavoratori e dei lavoratori, così come di altre agenzie come Forestas.
Su Abbanoa il segretario fa un riferimento a parte, sottolineando che la Cgil sarà sempre contraria alla privatizzazione della gestione del bene acqua e avanzando non poche perplessità sui processi che di recente hanno portato all’individuazione di un nuovo vertice.
Sull’emergenza sanitaria ci sarà sicuramente occasione di intervenire in specifici confronti ma la Cgil avanza sin da ora la richiesta di una riflessione sul ruolo di Ares, anche ipotizzando il suo superamento e la restituzione delle funzioni alle Asl.
Il segretario ha poi segnalato la necessità di affrontare con celerità il tema del comparto unico, delle opere commissariate e, ancora, la necessità di ricomprendere, dentro una strategia complessiva, le politiche per l’abitare e il diritto allo studio.
In riferimento all’Einstein Telescope la Cgil rilancia la richiesta di un Comitato sardo di supporto nel quale anche le organizzazioni sindacali possano dare il loro contributo di sostegno e proposta.
In chiusura, Durante rilancia la battaglia per la riduzione dell’orario di lavoro a quattro giorni e 32 ore, sulla quale sottolinea che in tante parti d’Italia e del mondo ci sono esperienze positive che possono essere certamente replicate anche in Sardegna, sia fra le imprese private, con incentivi mirati, che nella pubblica amministrazione.