Compie 80 anni, con la sua edizione 2025, il Calendario di Frate Indovino, il più diffuso nelle case italiane dove entra dal lontano 1946, secondo dopoguerra. Milioni di italiani ogni anno rinnovano il rito di appendere alle loro pareti la storica pubblicazione francescana, che quest’anno avrà un’unica declinazione speciale, dedicata tutta alla Sardegna. Nell’almanacco 2025, infatti, alcune pagine di Frate Indovino Sardegna riuniscono tutte le feste religiose e i Santi Patroni che si festeggiano lungo i dodici mesi dei capoluoghi e dei centri dell’isola, dal primo gennaio con San Basilio che si festeggia nell’omonimo borgo del Sulcis al 27 dicembre con San Giovanni Evangelista, celebrato a Bidoni, in provincia di Oristano. Passando attraverso le feste pù celebri, prima fra tutte quella di Sant’Efisio, ma ricordando anche Sant’Ignazio da Laconi, il santo dei sardi che si festeggia nel suo paese natio nel mese di agosto, attirando pellegrini da tutta la Sardegna, e si celebra anche nella festa dell’11 maggio che rende omaggio al patrono dei cappuccini sardi nel convento di Cagliari, sul “colle dei santi”. E poi il Beato Nicola da Gesturi, (8 giugno), San Nazareno da Pula (Is Molas) fra fine febbraio e marzo, la Beata Vergine Noli me Tollere nel mese di maggio e le tante feste dedicate a Sant’Antonio da Padova a Cagliari, Mores e in Corsica a Bastia.
Un tripudio di ritualità che appartiene al tessuto sociale e alle tradizioni tuttora vivissime della Sardegna, scrupolosamente annotato da Frate Indovino sulle pagine interne della sua 80^ edizione intitolata alla Speranza, nell’Anno Santo del Giubileo, e all’8° centenario del “Cantico di Frate Sole” di San Francesco. Zibaldone caleidoscopico di notizie storiche, curiosità e spigolature socioculturali, il Calendario del frate con la barba bianca riserva sempre un’attenzione per il pensiero ecologico e la sostenibilità. Con il suo inconfondibile stile ironico e garbato il “Pellegrino di speranza” porta nelle famiglie parole di saggezza, fiducia e ottimismo. Ma svela anche i segreti per la coltivazione dell’orto e del giardino, le ricette gustose, i consigli per la salute.
Ma la Sardegna è quest’anno anche protagonista del Calendario dell’Avvento di Frate Indovino, proposto in un’edizione speciale dedicata ai presepi delle isole. Un viaggio alla scoperta delle due isole maggiori d’Italia, la Sardegna e la Sicilia, e dei loro presepi più suggestivi, riflettendo sull’importanza di fare comunità e mantenere vive le radici culturali e spirituali dei loro territori: perchè Isole non significa isolate. La realizzazione del Presepe incarna perfettamente il concetto di “fare comunità”.
Ecco dunque in rassegna 11 Presepi imperdibili della Sardegna, a cominciare da quello di Sant’Antioco, il presepe vivente Su Nascimentu in Grutta che si snoda nel suggestivo scenario dell’antica necropoli punica di Sulki, un’area archeologica a Sud Ovest della Sardegna. Poi il grande Presepe di Porto Torres, disposto davanti alla Basilica di San Gavino, firmato dall’artista Fabrizio Budroni con statue alte oltre due metri, realizzate con materiali di recupero, prevalentemente legno. Nel piccolo borgo di Collinas (753 abitanti), nel cuore della Marmilla, si accende la “Piccola Betlemme del Medio Campidano”, il Paese dei Presepi. L’intero centro si trasforma in un’esposizione diffusa di presepi artigianali, realizzati in ogni angolo dell’abitato. Il Presepe vivente di Olbia è ispirato alla rappresentazione del primo presepe vivente voluto da san Francesco d’Assisi nel 1223 a Greccio, e intende trasmettere un forte messaggio di pace, speranza e fraternità. Organizzato con la partecipazione della comunità locale, coinvolge molti cittadini che indossano costumi d’epoca e rievocano la Natività in modo toccante. Il Presepe vivente di Assolo, conosciuto come il più grande della Sardegna, è un evento teatrale che coinvolge oltre 200 figuranti e si svolge nel suggestivo centro storico del borgo, fra antichi portali e cortili tipici, Sulla Via della Cometa, ricreando la Natività di Gesù e offrendo uno spaccato di vita antica. Il Presepe di Fra’ Lorenzo Pinna, collocato nel Santuario di Sant’Ignazio da Laconi, riflette profondamente lo spirito francescano, ispirandosi alla semplicità e all’essenzialità del messaggio cristiano, nello spirito che 800 anni fa, animò san Francesco d’Assisi a Greccio. Il Presepe di Olmedo, in provincia di Sassari, è un’originale e affascinante rappresentazione della Natività, che si distingue per l’utilizzo di un materiale insolito e caratteristico: la pasta di pane. La Pasca di Natali in Carrera di Calangianus, in provincia di Sassari, prevede la partecipazione dell’intera comunità alla rievocazione della Natività: un presepe vivente che si distingue per la forte trasmissione intergenerazionale e rafforza i legami comunitari. Il Presepe Davanti al Re di Sassari, realizzato presso la chiesa della Sacra Famiglia si caratterizza per la sua profondità spirituale e per il forte messaggio di inclusione sociale: i protagonisti della rappresentazione sono persone diversamente abili. Il Presepe di Narcao, nella suggestiva piazzetta della Chiesa di San Nicolò, trasporta i visitatori in un villaggio dove la tradizione e l’artigianato si fondono in un’atmosfera magica: un vero e proprio viaggio attraverso arti e mestieri antichi, tipici della cultura sarda. Il Presepe nella Basilica Nostra Signora di Bonaria a Cagliari rappresenta infine un esempio straordinario di arte e devozione, incastonando la storia e le tradizioni locali in una forma accessibile e coinvolgente. Realizzato sul colle di Bonaria in una cavità sotterranea (vi si accede dalla porta adiacente l’ingresso del chiostro della Basilica), si estende in una scenografia che ricorda i villaggi palestinesi, popolati da mercanti, pescatori e contadini impegnati nelle loro attività quotidiane.