
Terremoto in Vaticano dopo la decisione di Papa Francesco comunicata attraverso un’inconsueta nota serale in cui si annuncia che il cardinale Angelo Becciu si è dimesso e ha rinunciato al cardinalato. “Oggi, giovedì 24 settembre – si legge nel comunicato – il Santo Padre ha accettato la rinuncia alla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato, presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu”. Secondo quanto si apprende, la decisione del Papa è stata comunicata poco prima dallo stesso Bergoglio a Becciu in un’udienza choc.
Il cardinale, travolto dall’inchiesta sull’immobile di lusso acquistato dal Vaticano a Londra, rinuncia alla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e al Cardinalato.
E non solo,
secondo L’Espresso, nel corso del suo mandato aveva affidato – l’intera cassa vaticana al finanziere Enrico Crasso, ex Credit Suisse: ma la gestione aveva anche un risvolto familiare. “Secondo le carte che abbiamo visionato – continua il settimanale – il Sostituto della Segreteria di Stato avrebbe chiesto e ottenuto per ben due volte dalla Conferenza Episcopale Italiane e una volta dall’Obolo di San Pietro un finanziamento a fondo perduto in favore della cooperativa “Spes”, braccio operativo della Caritas di Ozieri, provincia di Sassari, di cui titolare e rappresentante legale è il fratello Tonino”.
Nella carte dello scandalo dunque la verità sui soldi dei poveri che finivano al fratello e offshore e il perché delle dimissione ordinate dal Pontefice che adesso vuole chiarezza e punizioni per i responsabili. “L’utilizzo che è stato fatto dell’Obolo di San Pietro, un collettore di offerte e donazioni per le azioni sociali della Chiesa nei confronti dei poveri, è forse il simbolo di quanto il mandato apostolico sia stato tradito per una speculazione immobiliare e finanziaria; una speculazione che non rappresenta un caso episodico ma – come L’Espresso ricostruisce in esclusiva – un vero e proprio metodo che ha contraddistinto la Segreteria di Stato sotto la direzione del cardinale Angelo Becciu. Un modus operandi che non è mai piaciuto a papa Francesco il quale – mentre speculatori, broker e promotori finanziari giocavano con la cassa della Segreteria di Stato e dell’Obolo di San Pietro – tesseva infatti una rete di nuove norme e di sorveglianza per le finanze vaticane”.
Il 24 settembre 2020 papa Francesco ha accolto la sua rinuncia all’incarico di prefetto della Congregazione delle cause dei santi e ai diritti e alle prerogative del cardinalato: conserva il titolo cardinalizio, ma cessa da ogni incarico nella Curia romana e perde il diritto di entrare in un futuro conclave.
