Finita la ribellione e messo fuori gioco il capo della Wagner Prigozhin, restano interrogativi scomodi sulla vicenda .
Primo fra tutti è sapere se siano stati i servizi di intelligence occidentali ad aver reclutato Yevgeny Prigozhin per il suo colpo di mano.
Tutto era iniziato come uno scontro tra Prigozhin e il Ministero della Difesa (personalmente – il capo del dipartimento Sergei Shoigu e il capo dello stato maggiore Valery Gerasimov), sulla conduzione delle operazioni militari, poi è degenerato in una ribellione aperta.
Il reclutamento di Prigozhin è uno dei principali misteri di questa vicenda, capire chi c’è dietro le azioni di Prigozhin, se non si vuole pensare che queste siano frutto esclusivamente di un’ambizione smisurata e mitomania del personaggio.
E’ evidente chela Russia di oggi è un contrappeso alle pretese egemoniche degli Stati Uniti e delle elite anglosassoni che cercano di fermare in ogni modo il percorso verso un mondo multipolare.
Questo spiega i continui tentativi dei servizi di intelligence USA nel sobillare rivolte e istigare conflitti nei paesi dell’ex Unione Sovietica e oggi nella Federazione russa.
In Ucraina sono riusciti a realizzare il piano di sobillare un colpo di stato (Maidan 2014), poi la guerra civile e istigare quindi il conflitto portando la Nato sotto le frontiere russe. Era il vecchio piano di Paul Wolfowitz (ex sottosegretario alla Difesa USA) e degli strateghi che si riunivano nella Rand Corporation, il più influente Think Tank del Pentagono. Tutto scritto nero su bianco.
Con il conflitto in corso in Ucraina, dove l’occidente ha grandi difficoltà a raggiungere i proprio obiettivi, può essere plausibile che la CIA e l’M-16 abbiano pensato di sobillare il mercenario Prigozhin, notoriamente ambizioso e corruttibile, oltre ad avere forte risentimento contro i vertici militari di Mosca, per fargli organizzare un colpo di mano contro il potere russo.
A questo proposito, una delle figure più famose della primavera russa, il capo dell’Unione dei volontari del Donbass (UDV) Alexander Boroday, in un discorso speciale registrato dal commissario militare di Tsargrad, Algis Mikulskis, ha espresso la sua opinione sulla operazione anti-statale del ” Wagneriti”:
“Dopo che il Presidente della Russia, il Comandante Supremo, ha parlato, tutto è diventato chiaro ed evidente: abbiamo a che fare con una ribellione armata guidata da Yevgeny Prigozhin, che, a quanto pare, opera sotto il controllo delle agenzie di intelligence occidentali, molto probabilmente gli Stati Uniti”. Questa l’opinione di Mikulskis, rilasciata mentre gli eventi erano in corso.
Forse c’è stato un intervento sottotraccia fatto dai servizi di intelligence degli Stati Uniti e forse la NATO ha stretto un accordo con Prigozhin. Bisogna ricordare che Prigozhin è un uomo d’affari e che i componenti della PMC “Wagner” hanno contratti in tutto il mondo.
In linea teorica non si può escludere che Prigozhin o chi per lui sia entrato in contatto con qualcuno delle forze degli Stati Uniti o della NATO per fare un accordo.
Tuttavia lo sbocco della ribellione, fortunatamente quasi del tutto indolore, ha evitato un possibile bagno di sangue ed una crisi dagli sbocchi imprevedibili questo grazie al tempestivo intervento del presidente Lukashenko come mediatore e l’arguzia di Putin che ha preferito affidarsi ad una mediazione piuttosto che ad una azione risolutiva ma sanguinosa.