Dal primo piano al dietro le quinte. Dall’istante perfetto dello scatto alle ore, i giorni, i mesi che sono serviti a realizzarlo. Nel 2018, il fotografo e artista visuale sassarese Marco Ceraglia suscitava stupore e curiosità con “Il ritratto di gruppo più grande del mondo”, una colossale fotografia collettiva dei quasi seicento abitanti di Banari, apparsa nei TG e sui quotidiani nazionali e collocata nel 2020 all’ingresso del paese come benvenuto ai visitatori.
Ceraglia ne racconta la genesi e i retroscena in un documentario da lui diretto (con Michele Gagliani, Chiara Mela e Giovanni Saturno), che martedì 23 agosto (alle 21) sarà proiettato alla presenza dell’autore nella piazzetta San Marco di Porto Rotondo. Il film – menzione d’onore nella sezione sulle comunità resilienti del festival di cinema indipendente “Urban Vision, Beyond the Ideal City” di Bologna – è una narrazione a più voci di quello scatto affollatissimo realizzato nel 2018, che per gli abitanti di Banari ha rappresentato un’occasione di riconoscersi come collettività, amalgamando le loro storie individuali.
“Il ritratto di gruppo più grande del mondo” non è semplicemente una fotografia, ma una performance di arte partecipata elaborata dall’Associazione Ordinarimai per richiamare l’attenzione sullo spopolamento del paese di Banari e di tanti altri piccoli centri della Sardegna dove, un po’ per volta, spariscono servizi essenziali come il bancomat, le poste, l’asilo, il medico di base. Due anni fa 570 banaresi di ogni età, tra cui molti emigrati tornati apposta per l’occasione, si ritrovarono sorridenti, emozionati, divertiti, stretti gli uni agli altri nella piazza principale del paese, di fronte all’obiettivo di Marco Ceraglia. Nel documentario raccontano le sensazioni provate al momento dello scatto e gli incontri, gli scambi, le esperienze vissute e condivise durante i mesi di preparazione alla performance.
Gli scatti realizzati sono in realtà due. «Oltre a quello a viso scoperto con le persone riconoscibili, abbiamo organizzato un secondo ritratto dove ciascun partecipante si è coperto il viso con un numero a caso tra 1 e 570 (i residenti iscritti all’anagrafe appunto)» spiega Marco Ceraglia. «Abbiamo ottenuto così una massa colorata di persone senza identità facilmente riconducibili a una comunità senza diritti. Una denuncia forte e chiara difficilmente equivocabile, una certa mala amministrazione vede così i propri elettori: aridi numeri».
Durante la serata sarà disponibile anche il libro IRDGPGDM (Ed. Punctum Press), che riassume l’impresa del ritratto più grande del mondo, impreziosito dai testi di Marco Delogu, Sandro Roggio, Celestino Tabasso e Stefano Resmini. L’autore sarà disponbile per firmare le copie. Per Ordinarimai introduce Pasquale Porcu