CAGLIARI POST

“Il Marito Invisibile” torna al Teatro Massimo. Fine settimana con la commedia di Edoardo Erba, sul palco Maria Amelia Monti e Marina Massironi

Le attrici Maria Amelia Monti e Marina Massironi nello spettacolo “Il marito invisibile”

Una storia d’amore e d’amicizia con “Il marito invisibile”, originale e divertente commedia scritta e diretta da Edoardo Erba, uno dei più interessanti e apprezzati drammaturghi italiani, e interpretata da Maria Amelia Monti e Marina Massironi (produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo), in tournée nell’Isola – dopo il fortunato debutto in prima regionale a gennaio – sotto le insegne del CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.

Focus sull’intreccio tra realtà virtuale e vita quotidiana con la pièce in cartellone mercoledì 8 novembre alle 20.30 al Bocheteatro di Nuoro, giovedì 9 novembre alle 21 al Teatro Costantino di Macomer e venerdì 10 novembre alle 21 al Teatro Verdi di Sassari – dove inaugura la Stagione 2023-2024 da La Grande Prosa organizzata dal CeDAC Sardegna.

Una pièce intrigante e ricca di coups de théâtre, affidata alla verve e alla vis comica di due raffinate e brillanti interpreti, due artiste di spicco della scena italiana, conosciute e amate dal grande pubblico, con scenografie di Luigi Ferrigno, costumi di Nunzia Russo, musiche di Massimiliano Gagliardi, disegno luci di Giuseppe D’Alterio e realizzazione video a cura di Davide Di Nardo e Leonardo Erba.

Focus sulle relazioni umane e sui cambiamenti dettati dal ritmo frenetico dell’esistenza come dalle possibilità offerte dalle moderne tecnologie, che permettono di azzerare le distanze e comunicare “in tempo reale” (o quasi) con il mondo intero ma paradossalmente rendono più rari gli incontri e i confronti diretti, facendo così diventare più significativa e preziosa l’emozione di un abbraccio, di uno scambio di sguardi, di un sorriso, una stretta di mano o una carezza.

La pièce indaga sulle trasformazioni culturali e sociali, dopo l’esperienza terribile e per molti devastante della pandemia, con l’isolamento dei mesi del lockdown e i traumi e le paure suscitati dalla consapevolezza della propria e altrui fragilità, oltre all’abitudine di affidarsi alle chat, ai messaggi e alle videochiamate, che nei periodo più drammatico delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria hanno rappresentato l’unico legame con l’esterno, una fondamentale e irrinunciabile finestra sul mondo. Quasi che la possibilità di rifugiarsi dietro uno schermo protettivo, al riparo dalle tempeste del cuore, rappresentasse ormai un’alternativa rassicurante rispetto alla possibilità di lasciarsi coinvolgere e mostrare la propria vulnerabilità, quindi potenzialmente anche essere delusi o feriti.

In un intrigante gioco di specchi tra realtà virtuale e vita vissuta, Fiamma e Lorella, le protagoniste de “Il marito invisibile” continuano il loro dialogo (in)interrotto attraverso lo schermo dei loro smartphones, informandosi sulle rispettive esistenze, sullo stato di salute e sugli affetti, sugli eventi accaduti nel frattempo e le novità, scambiandosi confidenze e segreti, come è naturale accada fra due amiche che si conoscono e frequentano da lunga data.

La conversazione assume però un tono differente quando Lorella annuncia il suo recente matrimonio, suscitando la curiosità di Fiamma, stupita e lieta della notizia, che sembra finalmente smentire la quasi proverbiale sfortuna con gli uomini dell’amica: tuttavia questo marito così misterioso e dalla personalità tanto affascinante, possiede se «non proprio un difetto, una particolarità: è invisibile».

La reazione immediata e in fondo prevedibile di Fiamma è la preoccupazione per le condizioni mentali della “sposina”, con il serio dubbio che la solitudine e la forzata clausura durante il lockdown le abbiano causato danni gravi e magari irreversibili, ma nel tentativo di risolvere quell’enigma e cercare di “aiutare” Lorella, si ritroverà a fare e conti con la seduzione irresistibile di ciò che si nasconde dietro la maschera dell’invisibilità…

Tra comicità e dramma, “Il marito invisibile” offre interessanti spunti di riflessione sull’attualità e sugli effetti collaterali della pandemia, attraverso una storia paradigmatica e surreale, dai toni grotteschi, in un crescendo di suspense: il dilemma delle due amiche, ovvero come distinguere il vero dal falso, l’illusione dalla realtà, quando non solo le parole e le immagini, ma perfino le sensazioni sono ingannevoli, riflette la condizione attuale di una quotidianità invasa dai social media, dove la dimensione virtuale sembra avere preso il sopravvento, riducendo drasticamente, fino quasi a eliminarla, la possibilità di salvaguardare la propria privacy. 

Tra proiezioni e azioni sceniche, le attrici si muovono su due livelli paralleli, con primissimi piani e scorci delle rispettive case visti attraverso i telefoni cellulari e un fondale che rimanda alle tonalità del blue screen, quasi a suggerire che ormai la versione elettronica sia più importante di quella fisica, come si fosse ormai avvezzi a mettere a fuoco le persone, i fatti e le emozioni racchiudendoli in una memoria artificiale, guardandoli attraverso lo schermo invece che cercare di percepirli direttamente.

La pièce evoca l’impressione straniante che si ha camminando per le città e incontrando una moltitudine di donne e uomini, giovanissimi ma anche adulti e anziani, i quali avanzano a capo chino, con gli occhi fissi su uno smartphone, talvolta pericolosamente, mentre attraversano la strada senza fermarsi con il rosso o urtano inavvertitamente chi sta loro incontro, come imprigionati in una bolla invisibile: una folla di individui che si muovono con un un proprio ritmo, ignari del contesto, inseguendo i propri pensieri. Un po’ come gli antichi poeti, distratti e ammaliati dalla loro musa, o i filosofi persi dietro alle proprie speculazioni, un po’ come robot teleguidati, incapaci di ragionare e decidere autonomamente che direzione prendere sui sentieri dell’esistenza.

Il marito invisibile” attraverso la chiave dell’ironia mette l’accento sulle mutazioni sottili che avvengono nelle vite di tutti, e dunque sulla necessità di prenderne coscienza e all’occorrenza stabilire dei limiti affinché la realtà virtuale non invada totalmente lo spazio delle relazioni, privandoci dei contatti diretti, tanto che spesso perfino le storie d’amore iniziano (e finiscono) in chat, come se volontariamente si scegliesse di rinunciare all’uso di tutti i cinque sensi, isolandosi in una sorta di “dimensione privata”, come accade alle due protagoniste, in una anticipazione di futuri possibili.

Nel terzo millennio, con la diffusione del social media e le conseguenti trasformazioni culturali e i cambiamenti nelle abitudini, muta inevitabilmente anche l’arte di far (sor)ridere il pubblico: Maria Amelia Monti e Marina Massironi sveleranno tecniche e segreti de “La Comicità nell’Era Digitale” nel seminario in programma domenica 12 novembre dalle 11 alle 13 a La Fabbrica Illuminata in via Falzarego n. 35 a Cagliari, con il coordinamento di Elio Turno Arthemalle, inserito nel progetto Legger_ezza 2023 a cura del CeDAC Sardegna nell’ambito di Cagliari dal Vivo 2023.

Un’occasione per riflettere ma anche confrontarsi con il potere catartico della risata, oltre che sull’utilizzo pratico e le possibilità offerte dalle moderne tecnologie, che aprono nuovi canali di comunicazione e spazi di interazione, disegnando inediti scenari per gli artisti (e non solo).

Il marito invisibile” approderà al Teatro Massimo di Cagliari per un duplice appuntamento sabato 11 novembre alle 20.30 (fuori abbonamento) e domenica 12 novembre alle 19 (recupero della replica del Turno E de La Grande Prosa 2022-2023) in un’anticipazione della Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa, che prenderà il via (dal 29 novembre al 3 dicembre) con la “Maria Stuarda” di Friedrich Schiller, nella mise en scène di Davide Livermore (Elisabetta Pozzi e Laura Marinoni nei ruoli delle due regine, cugine e rivali).

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