Comincia ad emergere un certo malcontento tra le Forze Armate e le Forze dell’Ordine. All’interno di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Aeronautica Militare, Esercito e Vigili del Fuoco non sono pochi coloro che hanno scelto di non vaccinarsi e, poiché privi del certificato verde targato Draghi, sono tenuti fuori dalle mense interne. Come tutti i dipendenti ospedalieri (amministrativi, tecnici, sanitari, operai, autisti, etc …) e aziendali per i quali ormai è interdetta la consumazione al tavolo all’interno dei locali.
Si mangia, dunque, ma fuori. Anche sul marciapiede, in mancanza di una sistemazione alternativa migliore. E solo per il tempo strettamente necessario alla consumazione del pasto. Dopodiché è possibile continuare l’attività istituzionale in ufficio insieme ai colleghi o anche salire sulla stessa autovettura.
Contraddizioni che evidenziano la stupidità di certe regole che dividono la popolazione in cittadini di serie A e cittadini di serie B senza alcun fondamento scientifico, dal momento che il famigerato green pass ingenera una falsa sicurezza visto che ogni giorno si hanno ulteriori conferme che il trattamento vaccinale non pregiudica la possibilità di contrarre il virus e trasmetterlo, quindi non serve assolutamente a prevenire i contagi o l’infezione.
E’ anche da dimostrare il fatto che sia in grado di mitigare lo sviluppo della malattia dal momento che – come ha ribadito il premio Nobel Montagnier a Firenze – “se guardiamo negli ospedali, ci sono persone ricoverate che avevano ricevuto il vaccino, ma che magari poi sono state infettate e contagiate dalle varianti del virus contro le quali questi vaccini non sono efficaci.”
Molte cose allora iniziano a non tornare, aumenta la consapevolezza nella gente al pari del malcontento e rischia di alzarsi la tensione.
Ma, forse, è proprio questo che qualcuno si augura, esasperando gli animi con misure insensate.
“L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro” – recita l’articolo 1 della nostra Costituzione – ma adesso molti sono sotto ricatto perché lo stipendio che serve a vivere è minacciato e la sicurezza del posto fisso di lavoro, per il quale magari ci si è tanto sacrificati, rischia di svanire.
“Questo obbligo è una vera e propria discriminazione che sta umiliando il personale non vaccinato costringendolo a ritirare il sacchetto viveri per consumarlo sulle scale o sui cofani delle autovetture riportando alla mente scene già viste davanti alle varie mense popolari” – denuncia il Sindacato Italiano Militari Guardia di Finanza – “l SIM GdF ritenendo questo provvedimento UMILIANTE, FRETTOLOSO, SUPERFICIALE ED APPROSSIMATIVO, che confligge con il diritto al pasto per i militari e che sconfessa la ‘dichiarata libertà di vaccinazione’ , spera in un passo indietro che elimini questo obbrobrio dalle mense di servizio”.
Fa eco la Segreteria Provinciale di Milano del SIULP, Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia, che parla di “scene indecorose di colleghi costretti a consumare il pasto nei luoghi più disparati (scale, cortili, etc…)” e chiede “di valutare soluzioni alternative che possano garantire, fermo restando il rispetto della legge, una fruizione dignitosa della mensa di servizio”.
“Il Governo fermi la vergogna e l’umiliazione di servitori dello Stato costretti a consumare pasti da asporto o panini in condizioni di fortuna, senza alcuna garanzia di sicurezza, salubrità e igiene e in assenza di qualsiasi decoro”, esorta Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria. Mentre Elena Ricci, giornalista di forzearmatenews.it, sottolinea che il vero problema non è il panino in sé, “Il problema è la disparità di trattamento tra due persone che hanno fatto esattamente la stessa cosa: SCEGLIERE LIBERAMENTE” .
Anche l’USMIA, l’Unione Sindacale Militare Interforze Associati, Sezione Esercito, solleva dubbi. “Ma il COVID -19 si diffonde solo nelle mense durante la consumazione dei pasti? Come mai tale restrizione riguarda il luogo più controllato e salubre che esiste in qualsiasi Caserma? In questi luoghi peraltro, l’igienizzazione degli avventori ed il distanziamento sociale, è imposto dai famosi pacchetti d’ordine! Per questi motivi, oltre al disorientamento e al malessere che continua a fermentare tra i militari delle Forze Armate e Forze di Polizia, sia in possesso che non del GREEN PASS, si è aggiunto anche il sospetto che, dietro alla nuova disposizione, si nasconda una strategia governativa tesa ad ottenere la vaccinazione di massa del popolo in uniforme”.
Ancora più esplicito il Sindacato dei Militari per la tutela dei Diritti dei Cittadini in divisa che ha preso una posizione netta con due duri comunicati emessi nel giro di 24 ore, il 16 e 17 agosto