Il voto segreto affossa il ddl Zan. Renzi: ‘Sono 40 i franchi tiratori’

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Roma. Salta l’esame degli articoli ed emendamenti del ddl Zan, per cui l’iter si blocca. L’Aula del Senato ha infatti votato a favore della cosiddetta ‘tagliola’, chiesta da Lega e FdI.

A favore, 154 senatori, 131 i contrari e due astenuti. La votazione, avvenuta a scrutinio segreto, è stata accolta da un applauso. Il disegno di legge contro l’omotransfobia era stato approvato dalla Camera il 4 novembre 2020.

“La mia decisione, per quanto legittimo contestare, perché si tratta di interpretazione, ha delle solide fondamenta di carattere giuridico”. La presidente Elisabetta Casellati motiva così nell’Aula del Senato la decisione di accogliere la richiesta di voto a scrutinio segreto sulla cosiddetta tagliola che prevede il non passaggio agli articoli al ddl Zan. “Io sono stata chiamata esclusivamente a giudicare sulla votazione segreta – spiega – che è una questione puramente giuridica, infatti ho citato il regolamento e i precedenti che mi hanno indotto alla concessione del voto a scrutinio segreto”.

Ma sull’affossamento del testo contro l’omotransfobia scoppia la polemica politica con il segretario di Italia Viva Matteo Renzi che dà la colpa al Pd, nonostante nel suo gruppo di 16 persone ci fossero 4 assenti. “Per mesi ho chiesto di trovare un accordo per evitare di far fallire il ddl Zan. Hanno voluto lo scontro e queste sono le conseguenze. Chi polemizza sulle assenze dovrebbe fare i conti con i 40 franchi tiratori. La responsabilità di oggi è chiara: e dire che per Pd e Cinque Stelle stavolta era facile, più facile dei tempi di ‘O Conte o morte’. Non importava conoscere la politica, bastava conoscere l’aritmetica”, dice Renzi.

Sconfitta l’arroganza di Letta e dei 5Stelle: hanno detto di no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre, dalle associazioni e da molte famiglie, e hanno affossato il Ddl Zan. Ora ripartiamo dalla proposte della Lega: combattere le discriminazioni lasciando fuori i bambini, la libertà di educazione, la teoria gender e i reati di opinione”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.

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