In mostra le cromie polifoniche della “Suite messicana” di Efisio Niolu

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Il ciclo pittorico della “Suite messicana” di Efisio Niolu è stato presentato al pubblico sabato 11 novembre nella città di Fresnillo, in Messico, presso lo spazio espositivo del Centro Cultural El Tunal.
L’esposizione curata da Graziano Brau Pani e promossa dal direttore del Centro Rogelio Aguilar e dalla coordinatrice Paula Godo, ha suscitato grande interesse nel pubblico presente all’inaugurazione per la particolarità del progetto artistico proposto da Niolu. In mostra sono state collocate 80 opere di medio formato e 2 installazioni che evidenziano una pratica artistica minuziosa che necessita di un lento processo di esecuzione, sono collage di carte ritagliate a mano e dipinte con colori acrilici.
Questa terza esposizione della “Suite messicana”, precedentemente è stata esposta al Museo Raul Anguiano di Guadalajara (2021) e alla Galería Javier Arévalo di Zapopan (2022), dimostra ancora una volta la particolarità dell’opera di Efisio Niolu sulla scena artistica messicana e il suo contributo per la ridefinizione della geometria nella creazione artistica contemporanea e il suo approccio innovativo.
La proposta dell’artista sardo esplora la possibilità di creare moduli compositivi per mezzo di griglie e linee rette, in una sinfonia geometrica che emette un’estetica astratta e minimalista come un gioco plastico che evoca atmosfere mondriane o, da un punto di vista più latinoamericano, di collocarla nelle opere più geometriche del costruttivismo uruguaiano di Joaquín Torres García.
Tuttavia, lo spirito di Efisio Niolu segue un proprio percorso e assume una propria unicità, nella sua opera non solo scopriamo il fascino della misurazione matematica, ma ci pone di fronte a un paradossale ordine calcolato che a sua volta è contaminato dall’incidente controllato nel più puro stile siqueriano. Al meticoloso processo di lavorazione nel trattamento delle strisce di colore si aggiunge il calore della carta da pacco e della tecnica del collage, che rimanda alla primitività dei materiali.
Nel suo mix di collage e pittura acrilica, ci allontana dai riduzionismi del minimalismo per rimandarci agli assiomi soppesati da Kandinskij nella sua particolare visione spirituale dell’arte. Ci troviamo così di fronte ad una partitura di forme che si effondono nello spazio della carta, di cromie danzanti che si muovono con vitalistica armonia in campi dove ricominciare a narrare. Troviamo intarsi di carte colorate che fagocitano la luce, successioni di linee rette che si dispongono in sequenze orizzontali, ritmici spartiti compositivi che generano mobilità e inflessioni cosmiche. È da questi elementi essenziali, dalla loro variata combinazione della forma e dalle loro relazioni che Niolu costruisce le sue architetture tra logica percettiva e ragioni del cuore, che sono senza dubbio condivisi in modo empatico da un pubblico
messicano abituato alle sorprese sia delle passioni che della ragione.

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