In tempi di Coronavirus, come difendersi dai casi di violenze domestiche

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L’attuale emergenza per la pandemia Coronavirus, non può e non deve farci dimenticare le persone più fragili, più deboli della nostra società.

È chiaro che l’isolamento e la convivenza forzata possono comportare per le donne ed i loro figli, il rischio di una maggiore esposizione alla violenza domestica e assistita, nonché un deterrente alla denuncia della situazione, per il timore di essere scoperte dal maltrattante.

Tale rischio è stato evidenziato anche da alcune ONG cinesi specializzate sul tema: è stato sottolineato come le restrizioni in corso, implicando una prolungata condivisione degli spazi con il maltrattante, rischiano di determinare non solo un aumento del numero di episodi di violenza, ma anche un loro aggravamento.​

Senza contare che in tale situazione di violenza domestica, la vita dei bambini presenti in casa è fortemente pregiudicata, venendo meno il loro benessere psicologico.

A questo riguardo, Stefania Loi Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Cagliari, auspica che come accade a Trento, anche la Procura di Cagliari – in dette ipotesi – agisca allontanando il maltrattante.

Sarebbe un’azione concreta a tutela di donne e bambini che non sarebbero in questo modo costretti ad esporsi ad un ulteriore rischio di Covid 19.

E’ sulla scorta di dette preoccupazioni, che la Presidente Loi fa presente che sono a disposizione di tutte le donne che dovessero trovarsi in tali situazioni di rischio e di pericolo, i seguenti recapiti cui chiamare:

• il numero nazionale dei centri antiviolenza tel. 152 ​

• il Centro Antiviolenza Donna Ceteris tel. 070 492400​

• il centro Antiviolenza Donne al Traguardo tel. 070 208013.

#Noviolenzasulledonne #NONlasciamolesole

Alberto Porcu Zanda

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