Smessi i panni del politico, Beppe Grillo torna al suo vecchio mestiere portando alla Fiera di Cagliari la sua “Insomnia”, uno spettacolo dove convivono vita privata, carriera artistica, attualità e un pizzico di politica.
Privo di scaletta e aperto agli scambi con alcuni “malcapitati”spettatori, il monologo si è sviluppato
attorno a un letto piazzato sul palco, metafora perfetta per un sonno che non arriva a causa delle tante idee che arrovellano il cervello del comico genovese: “Comico/politico, politico/comico, eppure sono sempre io.”
Forte della sua conoscenza dell’isola, Grillo ha citato Gavino Sale, Pinuccio Sciola e ha ricordato le giornate ogliastrine insieme al suo grande amico Roberto Casaleggio precisando che “non ho la villa in Sardegna, ho un alloggio da 35 anni che mi godo con la mia famiglia”:
Sulle teste degli spettatori, sorvola un aereo.ed è lo spunto per la prima di una lunga serie di battute: “Pensavo fossero le Frecce francesi. Macron è uno psicopatico, ha avuto un trauma” mentre rivolgendosi ad uno spettatore dice: “Ho capito chi sei. Sei un elettore camuffato del Pd, un partito che è morto perchè noioso. Non basta eleggere un segretario che sembra il maggiordomo della famiglia Adams”.
Da un argomento all’altro, Grillo riesce sempre a trovare il nesso fra argomenti totalmente differenti. Si parla di anziani, di se stesso e delle pubblicità che lo invitano a trasformare la doccia in vasca, agli esami del PSA, ai problemi legati alle articolazioni e alla gastroscopia: “La parte inferiore del mio stomaco ha cominciato a ingrigirsi il giorno che ho incontrato Napolitano”.
E cosi, nelle due ore di esibizione, tutto viene narrato alla sua maniera. La sua infanzia nel quartiere popolare “A Genova rubavano tutti.” e l’impiego nell’officina del padre: “Non sono mai riuscito a farlo ridere quando poi ho scoperto che usava il mio repertorio al bar”. Dalla sua amicizia con Dario Fo e Renzo Piano ai suoi figli impegnati in svariate attività.
In merito alla carriera artistica, Grillo ricorda il suo trasferimento a Milano dopo una carriera universitaria non fortunata, i suoi esordi in televisione e la censura subita per la frase sui socialisti. “Ho capito di aver fatto un casino quando ho visto il portiere d’albergo che mi diceva: Gliele hai suonate ai socialisti. E io pensavo che fosse a causa del referendum nucleare”.
Poco spazio alla politica anche se è lui , nella fase conclusiva dello spettacolo, dice: “Non possiamo competere con la Cina sulla manifattura. Col reddito di cittadinanza dobbiamo liberare la creatività dei nostri ragazzi. Quanti Leonardo da Vinci ci sono in Italia che non possono andare fuori?”
Foto di Paolo Piga